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Ilva: il parlamento europeo dà il via libera alla petizione per ridurre le emissioni inquinanti Lo comunica l'eurodeputata Rosa D'Amato

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Di seguito un comunicato diffuso da Rosa D’Amato, deputata al parlamento europeo:

“Al Parlamento europeo abbiamo vinto un’altra battaglia contro l’Ilva di Taranto: la petizione lanciata da Fracasso per ridurre i valori massimi di tolleranza delle diossine nell’aria andrà avanti”. Lo annuncia l’eurodeputata M5S Rosa D’Amato, che oggi in commissione Petizioni al Parlamento europeo a Bruxelles è intervenuta per far proseguire l’iter della petizione di iniziativa popolare presentata da Cosimo Fracasso. Nella petizione, Fracasso “lancia l’allarme sul tenore elevato di diossina nell’atmosfera per effetto delle emissioni nocive” dell’Ilva, puntando il dito contro “il decreto nazionale del 2006 che ha elevato i valori massimi di tolleranza delle diossine nell’aria fino a consentirne quantità 100 mila volte superiori a quelle degli inceneritori”. Per queste ragioni, nella petizione si chiede un intervento dell’Unione europea per ridurre tali valori massimi.

“Sono contenta che i colleghi del Parlamento abbiano condiviso la mia posizione – dice D’Amato – L’impressione che si ha è che sia la Commissione Ue che il governo italiano stiano in realtà perdendo tempo prezioso pur di evitare di prendere decisioni impopolari ma che salvaguardano l’ambiente e la salute. Si dice che le emissioni a Taranto siano diminuite, dando i meriti di ciò all’applicazione delle prescrizioni dell’Aia, ma in realtà si tratta solo di una diminuzione temporanea dettata dal calo della produzione. Semmai il piano del governo di rilanciare lo stabilimento dovesse avere successo, cosa in cui non credo, le emissioni torneranno ai livelli che hanno ucciso e continuano a uccidere Taranto e i tarantini”.

“Il decreto Salva Ilva non sta sanando nessuna delle cause dell’inquinamento legate allo stabilimento – prosegue l’eurodeputata tarantina – E l’Ue che fa? Finanzia con fondi della Bei lo stabilimento”.
“Alla Commissione – conclude – chiediamo di far rispettare le regole, in particolare quelle della direttiva 98/2008/CE al fine di tutelare salute umana e ambiente. Taranto è un pezzo di Europa: Bruxelles non lo dimentichi”.


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