Ilva e Teleperformance, ovvero la prima e la seconda azienda di Taranto, problemi che riguardano direttamente l’impegno della Regione Puglia, anche. Così, diventano anche temi di campagna elettorale. Michele Emiliano, candidato presidente per il centrosinistra, si è detto pronto a chiudere l’Ilva. Di seguito la replica di Mimmo Panarelli, responsabile Fim-Cisl. A seguire, le prese di posizione sul tema Teleperformance, da parte rispettivamente di Giuseppe Cervellera e Mario Caroli, candidati al consiglio regionale:
Il candidato presidente alla Regione Puglia, Michele Emiliano, dice di avere il coraggio di chiudere l’Ilva, qualora non fosse ambientalizzata. Non vogliamo credere che per Emiliano l’Ilva non abbia alcun valore, in termini di sviluppo del territorio. Sicuramente il candidato presidente, preso dai ritmi serrati della campagna elettorale, avrà perso di vista l’impegno messo in campo dal Governo (che ha già reso spendibili le risorse economiche intercettate) e dai commissari per rendere la fabbrica ecocompatibile. L’accelerata di questi giorni dei lavori di rifacimento dell’Altoforno n.1 (in tal senso oggi l’azienda nell’incontro con le OO.SS. ha confermato la ripartenza di Afo1 e Acc1, per i primi di agosto, oltre ad aver confermato che entro il mese di luglio ci sarà l’80% del completamento dei lavori Aia così come previsto dall’ultimo decreto), rappresenta il punto di partenza di una serie di interventi, nel rispetto di quanto previsto dall’Aia, che dovranno essere realizzati.
Quello di Emiliano è un pensiero che preoccupa la Fim-Cisl: un buon amministratore deve avere la capacità di risolvere i problemi cercando di non penalizzare il cittadino.
La Fim-Cisl ribadisce che la strada maestra da seguire, per salvaguardare le migliaia di posti di lavoro e consentire alle aziende del territorio di rimettersi in marcia, è quella dell’ambientalizzazione: rispetto dell’Aia e copertura dei parchi minerali, cosa che la Fim-Cisl ha sempre sostenuto.
Taranto e la Puglia hanno bisogno di un governo della Regione lungimirante e intraprendente, in grado anche di trasformare le emergenze attuali e future in opportunità. I cittadini e i lavoratori hanno bisogno di certezze che tutti insieme dobbiamo sostenere.
—–
“E’ inaccettabile la decisione dei dirigenti di Teleperformance di mettere sul mercato e vendere la sede di Taranto”. L’avvocato Giuseppe Cervellera, candidato alle prossime elezioni regionali nella lista “La Puglia con Emiliano”, commenta così l’annuncio fatto poche ore fa dalla multinazionale francese dei call center che ha deciso di smobilitare le sedi di Taranto e Roma.
“Parliamo del futuro di 1.600 dipendenti a tempo indeterminato, oltre che di 800 a progetto – continua Cervellera che ha posto come primi due obiettivi della sua campagna elettorale proprio le prospettive di sviluppo del territorio e le risposte immediate alla impellente richiesta di lavoro – Il primo risultato di questo passaggio nella migliore delle ipotesi sarà la perdita dei diritti acquisiti dai lavoratori con tanta fatica e sudore”.
“Ricordo – aggiunge Cervellera – che la sede di Taranto è diventata un vero e proprio esempio in tutto il paese per aver consentito a tante donne, una volta assunte a tempo indeterminato, di poter creare un proprio nucleo familiare e di avere dei figli, riuscendo a conciliare, così, i tempi di famiglia e lavoro”.
“Teleperformance rappresenta la seconda realtà lavorativa tarantina dopo l’Ilva e i dipendenti non possano pagare dazio per le incapacità della multinazionale che, ormai, preferisce ricercare la strada più semplice delocalizzando il lavoro in Albania. Occorre far sentire al Governo il fiato sul collo e pressarlo affinché regolamenti tutti gli appalti relativi ai Call Center e, in particolare, gli appalti al minimo ribasso. Questi appalti – conclude Cervellera – non fanno altro che favorire le piccole aziende nelle quali i lavoratori sono ridotti a condizioni di schiavitù, costretti a lavorare con meno di 2 euro al l’ora”.
—–
Quella che viene percepita come una futura vendita delle sedi di Taranto e Roma di Teleperformance sarebbe, se andasse in porto, l’ennesima beffa contro i lavoratori. Non solo i dipendenti del call center non sono tutelati nel rispetto della direttiva europea e non solo hanno fatto un enorme sacrificio con l’accordo di due anni fa. Adesso, in prossimità della scadenza di quell’accordo, arriva la fregatura. Dove sono state le istituzioni che avrebbero dovuto tutelare, nel corso di questi due anni, i lavoratori e consolidarne la posizione in quel contesto lavorativo? Assenti. E dobbiamo dire che fra gli assenti, la Regione Puglia occupa un posto di rilievo. Adesso bisogna correre ai ripari e la questione di oltre duemila lavoratori, di quella che è la seconda azienda tarantina, è ancora più prioritaria per il prossimo governo regionale.