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Xylella: “psicosi, aziende florovivaistiche pugliesi verso la bancarotta?” Sportello dei diritti: "a rischio la coltivazione, la vendita e l'esportazione di fiori e piante da appartamento e da giardino"

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Di seguito un comunicato diffuso da Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei diritti che ha sede nazionale a Lecce:

La Xylella fastidiosa preoccupa anche i floricoltori pugliesi. Dopo aver danneggiato il comparto olivicolo della Puglia, l'”affaire Xylella fastidiosa” sta correndo precipitosamente verso l’epilogo più disastroso immaginabile. Un altro comparto strategico per l’agricoltura regionale e in particolare per l’economia pugliese è a rischio concreto visto che il settore florovivaistico subisce da molti anni l’invasione di merci provenienti da paesi extraeuropei, la cui sanità si rileva spesso non conforme alle normative fitosanitarie adottate dagli stati membri. Sino ad oggi si riscontrano focolai della malattia ma se il batterio dovesse contaminare anche le specie botaniche del settore florovivaistico, sarebbe un disastro al pari di quello che stanno vivendo le aziende olivicole e florovivaistiche salentine. Intanto, i primi danni già si avvertono: le aziende florovivaistiche pugliesi stanno subendo i primi danni commerciali da psicosi Xylella oltre che dai sempre più frequenti divieti di importazione di produzioni florovivaistiche locali da parte di alcuni paesi terzi ed anche europei (vedi Algeria, Marocco, Francia, Albania). Tutto ciò sta comportando inevitabili ripercussioni per il settore sui fatturati aziendali, sull’occupazione e sulla sostenibilità finanziaria delle aziende. Il settore del florovivaismo in Italia conta circa 38.000 aziende (dati Istat), operanti su una superficie aziendale totale di oltre 32.000 ettari per un numero totale di occupati superiore a 100.000 persone. Dal punto di vista del tessuto produttivo, tradizionalmente nel nostro Paese le aziende sono di dimensioni modeste (tipicamente famigliari). Il valore della produzione di base del florovivaismo ammonta a 2,4 miliardi di euro (fonte: ISMEA) ripartiti in 1,4 miliardi per fiori e piante da vaso, e circa 1 miliardo per i prodotti vivaistici. Effettuando considerazioni sulla ripartizione geografica delle produzioni, emerge una netta dominanza della regione ligure, con un valore della produzione di 523 milioni di euro, seguita a grande distanza da Campania (212 milioni), Sicilia (175 milioni), Lazio (139 milioni) e Puglia (134 milioni). La coltivazione di fiori è una risorsa vitale per le aziende del settore. Senza la vendita,i fiori sono destinati a diventare mangime per gli animali. Per questo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” per contrastare un eventuale effetto domino da parte di altri Paesi, che potrebbe causare restrizioni al commercio, a tutto vantaggio, magari, dei nostri concorrenti diretti, è necessario adottare subito controlli fitosanitari sulle produzioni che arrivano in Italia e nel contempo che vengano attivati idonei, intensi e tempestivi controlli all’origine tesi a certificare che le piante prodotte dai nostri florovivaisti sono esenti da dal batterio della Xylella.

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