Di seguito un comunicato diffuso da Riccardo Rossi, candidato alla presidenza della Regione Puglia, lista “L’altra Puglia”. A seguire, un comunicato diffuso dalla lista “Oltre con Fitto”. A seguire ancora, un comunicato congiunto a firma di Mario Caroli e Giacomo Conserva, rispettivamente candidato al consiglio regionale della Puglia nella lista di Forza Italia e coordinatore cittadino di Forza Italia a Martina Franca:
Prendiamo atto con sgomento e non poca vergogna delle parole del Ministro Poletti rispetto a tutti i dottorandi, assegnisti di ricerca e borsisti. Secondo il Ministro queste figure non hanno diritto all’indennità di disoccupazione perché “non sono veri lavoratori”. Diciamolo subito, L’Altra Puglia sta dalla parte dell’Adi, l’Associazione dei Dottorandi e dei Dottori di ricerca Italiani, e aderisce al loro appello. Ci mobiliteremo accanto a tutti i dottorandi e assegnisti di ricerca di questo paese, parteciperemo al presidio convocato dall’Adi per il 28 maggio, alle 16, presso il Ministero del Lavoro, durante il quale verranno consegnate al Ministero le migliaia di firme raccolte dalla petizione online #perchénoino promossa da ADI ed FLC CGIL per chiedere il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione DIS-COLL.
Un’esclusione incomprensibile quella di Assegnisti, dottorandi e borsisti, giustificata, scrive l’Adi, «negando la dignità del lavoro di circa 60.000 persone che rappresentano una delle poche possibilità di rilancio del nostro Paese». Al Ministro sfugge il fatto che oltre un terzo del personale accademico è composto da queste figure, senza le quali gli atenei e gli enti, privati da anni di risorse finanziarie e strangolati dal blocco del turn-over, non potrebbero garantire gran parte delle proprie attività di ricerca e didattica. Il Ministro dimentica anche che gli assegni di ricerca sono omologati ai collaboratori coordinati e continuativi e che tutte queste figure versano oltre il 30% del loro reddito alla gestione separata INPS per contributi sociali e previdenziali, senza riceverne molto in cambio.
Negare l’identità di lavoratori a chi porta avanti le attività di ricerca e di didattica dell’Università italiana e a chi versa i contributi del proprio Lavoro è un atto meschino, una vergogna. Sarebbe questo il governo del cambiamento? Sarebbe questa la buona università?
In un paese normale, un Ministro del Lavoro che svilisse in questo modo chi ogni giorno dedica la quasi totalità della giornata alla ricerca si sarebbe già dimesso. Ma in un paese normale un Ministro non avrebbe mai detto qualcosa del genere. Infatti l’Italia è uno dei rari paesi in cui l’attività di prima ricerca come il dottorato o l’assegno di ricerca non viene considerato lavoro.
Ci si chiede perché l’Italia non riesce a uscire dalla crisi, perché non ci sia innovazione, e ci si chiede anche perché appena un giovane ricercatore mette piede fuori dal suolo italiano si fa notare per merito e prestigio in qualsiasi disciplina. Bisognerebbe chiederlo al Ministro Poletti il perché, e bisognerebbe chiederlo al Presidente Renzi ed ai suoi predecessori che evidentemente non hanno mai frequentato i luoghi della conoscenza.
(RICCARDO ROSSI)
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Venerdì 29 maggio 2015, con inizio alle ore 20,00, in piazza XX Settembre, Martina Franca, avrà luogo il comizio di chiusura della campagna elettorale della lista Oltre con Fitto, con il seguente programma:
Saluti: dott. Martino Tamburrano Presidente della Provincia di Taranto
Interviene: On.le Avv. Gianfranco Chiarelli
(OLTRE CON FITTO)
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Facciamo e continueremo a fare la nostra parte nelle sedi istituzionali.
Occorre che di base ci sia, però, la mobilitazione attiva degli operatori del settore, degli avvocati, anche della cittadinanza, perché Martina Franca non perda l’Ufficio del Giudice di pace, ultimo ufficio giudiziario rimasto in città. Sarebbe la prima volta dall’unità d’Italia.
L’amministrazione comunale in carica, che ha impoverito complessivamente la qualità dei servizi pubblici, è incapace di mantenere l’Ufficio del giudice di pace, oppure – peggio – ha deciso che deve essere chiuso, paradossalmente per volontà di qualche componente, mentre la parte restante dell’Assise Comunale è unanime per il mantenimento dell’Ufficio.
Questo va detto: un provvedimento così importante non può essere adottato in Giunta ma dovrà passare dal Consiglio Comunale, nel quale andrà discusso e votato.
Di certo la situazione attuale è incresciosa. Difatti, con la delibera posta in essere dalla Giunta nei giorni scorsi (trasferimento di una unità lavorativa dall’Ufficio del Giudice di Pace al Settore Sviluppo Territoriale), una sola unità lavorativa dovrà fare un lavoro che richiede la iscrizione delle cause a ruolo, dare l’esecutorietà, pubblicare sentenze e decreti, registrare ordinanze e sentenze, decreti ingiuntivi e tanto altro ancora, in un ufficio come quello di Martina dove, dall’inizio dell’anno, sono state iscritte 600 cause a ruolo (a parte i decreti ingiuntivi). Un’attività che non può essere svolta da una sola persona, come possono confermare gli operatori del settore.
Come può una sola unità gestire al meglio quello che è il cuore dell’attività propedeutica alla fase dibattimentale, alla fase di giudizio? La risposta è contenuta nella domanda: non può. Tra l’altro, abbiamo già avuto modo di sperimentare che una sola persona non basta a gestire tale mole di lavoro: nel periodo in cui una delle due unità lavorative finora presenti è andata in ferie, infatti, l’ufficio è stato messo a dura prova ed è stato dimostrato che diventa impossibile, con una sola persona, svolgere tutti i compiti su citati.
Si comunica anche che l’incontro con Alessandra Mussolini, previsto per oggi pomeriggio alle 17.00 nel comitato di Piazza XX settembre, è stato annullato a causa di impegni dell’europarlamentare in Campania, regione nella quale è candidata come capolista.
(MARIO CAROLI-GIACOMO CONSERVA)