La lista è quasi pronta (forse manca la Campania) e, sulla base dei codici etici di partiti o candidati presidenti, l’ha preparata la commissione parlamentare antimafia. Lista la cui pubblicazione è stata rinviata a venerdì, visto che nel tardo pomeriggio i lavori sono stati sospesi, da parte della commissione presieduta da Rosy Bindi. Sono almeno 13 gli impresentabili, secondo le indiscrezioni. I primi quattro dell’elenco sono pugliesi. Dai vertici nazionali del pd, Guerini afferma che non c’è alcun candidato Pd nella lista; analogamente ha fatto Salvini, in riferimento ai leghisti. A questo punto, fuori i nomi. Anche se Rosy Bindi si è arrabbiata per la fuga di notizie: ha “stigmatizzato la violazione del segreto, e sottolineato il venir meno delle regole di correttezza e reciproca fiducia tra i membri dell’ufficio di presidenza. Nel ringraziare la Dna, gli uffici giudiziari e le prefetture per la collaborazione che stanno fornendo, la Presidente ribadisce l’esigenza di mantenere il massimo riserbo sul lavoro in corso e diffida chiunque dall’utilizzare le attività d’inchiesta e il ruolo istituzionale della Commissione antimafia per diffondere informazioni non suffragate da una verifica ancora in corso”.
Nomi spuntati fuori, già confermati da più fonti ma non dal documento ufficiale. Quelli dei pugliesi: Fabio Ladisa, barese, lista Popolari per Emiliano; Massimiliano Oggiano, di Brindisi, lista Oltre con Fitto; Giovanni Copertino, di Monopoli, Forza Italia; Enzo Palmisano, di Cisternino, movimento Schittulli. Per gli ultimi due il reato di voto di scambio è prescritto. Per Oggiano, accusa di associazione a delinquere e voto di scambio con metodo mafioso. Per Ladisa ci sono (stando a ricostruzioni) accuse legate a vicende degli scorsi anni.