La lettera inviata a Věra Jourová, commissario europeo per la Giustizia, è in inglese. La pubblichiamo di seguito, con il link in formato pdf scaricabile (fonte Peacelink). Il senso della missiva partita da Peacelink è questo: con la legge italiana sugli ecoreati, va a finire che l’Ilva riesce a salvarsi dal processo. E questo non va bene: “una manovra finalizzata a evitare che il corso giudiziario per i crimini ambientali e delitti anche gravi venga rispettato”. Una norma in contrasto con la legislazione europea, è la legge sugli ecoreati secondo i tre firmatari della lettera, Antonia Battaglia, Luciano Manna e Alessandro Marescotti. “Ricordiamo che la legge sugli ecoreati appena approvata dal Parlamento punisce il disastro ambientale solo se realizzato “abusivamente”. In tal modo chi commettesse crimini ambientali potrà difendersi sostenendo che è vero che ha leso delle persone e che ne ha anche provocato la morte o che ne ha messo in pericolo la vita, ma che tutto ciò è stato fatto “legittimamente”, senza violare le leggi esistenti e senza venir meno all’autorizzazione ottenuta. Questa norma sembra dire che con la giusta autorizzazione l’inquinatore può ferire, uccidere o mettere in pericolo la vita di moltissime persone.
La storia dei processi per disastro ambientale dimostra come impianti regolarmente autorizzati e formalmente a norma rispetto alla legislazione vigente hanno provocato la morte di moltissime persone, uno per tutti lo stabilimento Eternit di Casale Monferrato, che produceva manufatti d’amianto in un periodo in cui la legislazione italiana non vietava ciò. Ciò nonostante quello stabilimento ha provocato malattia e morte. Ecco perché la legge sugli ecoreati non solo danneggia la lotta che conduciamo a Taranto sull’ILVA ma danneggia diverse lotte nazionali che rischiano di non ottenere giustizia.
Il disastro ambientale è tale sia che sia ‘cagionato abusivamente’ sia che non lo sia”, riporta una comunicazione di Peacelink che chiede “pertanto che la Commissione Europea intervenga e possa indagare sulla reale natura di una legge che mette a rischio il processo penale per l’Ilva (Ambiente Svenduto) e che rappresenta l’ancora di salvataggio per diversi stabilimenti inquinanti”, conclude la lettera di PeaceLink alla Commissione Europea”.
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