Arrivano quattrocento milioni di euro per l’Ilva. I tre commissari del colosso siderurgico hanno firmato il contratto che consente di riversare, destinataria l’Ilva, i fondi, mittente la Cassa depositi e prestiti. Questi soldi saranno utilizzati prioritariamente per le opere di bonifica e adeguamento nello stabilimento di Taranto: altoforno 1 nel giro di pochi mesi e altoforno 5, il più grande d’Europa, da rifare entro un anno.
Detto tutto questo, poiché fra i 156 milioni già stanziati, e i 400 attuali, e il miliardo 200 milioni sbloccati dalla magistratura e che andranno ancora per l’Ilva, di soldi in zona-Taranto ne arriva un mare, e quasi tutti insieme, una telefonatina preventiva al capo dell’anticorruzione Raffaele Cantone, non guasterebbe. Cioè, le procedure devono essere rigorose e questo non significa sfiducia nei confronti dei commissari, ci mancherebbe altro: stanno facendo bene. Però, il piatto è pieno, stracolmo: e di esempi ignobili, in questo senso, l’Italia ne ha fin troppi da elencare. Un controllo preventivo in più non guasterà.