Azienda da una parte, sindacati dall’altra. Sottosegretario al Lavoro (la pugliese Teresa Bellanova) e direttore generale del ministero, che fanno il ping pong, incontro prima con una parte, poi con l’altra, poi di nuovo con una e poi con l’altra e così via. Dall’ora di pranzo all’ora di cena è questo. Con la prospettiva di proseguire a oltranza. Le due parti sono assolutamente distanti. I sindacati parlano di impossibilità di riproporre l’accordo del 2013, in scadenza il 30 giugno, e della doverosa applicazione del contratto di settore. Teleperformance dice che la base di partenza per una trattativa deve essere la riproposizione dell’accordo del 2013. Due rette parallele, di questo passo.
Il ministero è in mezzo. C’è forse un problema di fondo, nella trattativa riguardante i call center di Taranto e Roma (quello pugliese, con 2400 lavoratori a rischio): cioè, l’essersi impantanati “solo” su Taranto e Roma, come segnala opportunamente un esponente sindacale di primo piano nel territorio provinciale, Giuseppe Massafra, segretario Cgil per la provincia di Taranto. Bisogna andare al tavolo governativo e mettere (finalmente) mano a una regolamentazione stringente del settore. Da subito. Ma il governo, chissà se voglia sentirci, da questo orecchio. Per ora no.