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Festival della valle d’Itria: il chiarimento con il figlio del cieco. Forse L'incontro fra presidente e il ragazzo che voleva acquistare bigliettii per l'opera e si è sentito rispondere "le conviene portare suo padre?"

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Il chiarimento, o presunto rale. Perché tanto entusiasta del chiarimento non pare, il ragazzo di Martina Franca che voleva comprare il biglietto da regalare al padre, per un’opera del festival della valle d’Itria, e ieri pomeriggio si è sentito rispondere da un’addetta “ma le conviene portare suo padre?”. Il genitore è cieco. Stamattina, quel ragazzo ha incontrato il presidente dell’organizzazione del festival della valle d’Itria, presente anche un altro dirigente dell’organizzazione e, per una parte del colloquio, anche l’assessore comunale alla Cultura di Martina Franca. Com’è andata? Il ragazzo, la cui identità non riveliamo a tutela del padre, dice: “mi hanno detto che per loro non è successo niente, che loro non deovno scusarsi di niente e che la loro posizione è in un comunicato stampa”. Ma la ricostruzione della cosa? “Mi hanno detto che l’ufficio al quale mi sono presentato non è la biglietteria ma l’ufficio stampa e non si tratta di gestione diretta loro. Ma se io vado a quell’ufficio del festival della valle d’Itria e chiedo tre biglietti e si parla dei tre biglietti, da chi dipende se non dal festival della valle d’Itria la risposta che mi è stata data?” Ancora: “mi hanno messo a confronto con un’addetta che non c’entra nulla con la persona con la quale ho parlato io”, quella che gli ha detto se gli convenisse portare il padre cieco allo spettacolo. “Mi hanno fatto un’ipotesi secondo cui io sarei stato usato da fantomatici individui i quali, saputo che avrei comprato i biglietti, mi hanno fatto trovare una persona diversa da quella dell’organizzazione”. E lei che ha detto? “Che ipotesi è? Ma chi ci crede? Anche a volere fare uno sforzo di fantasia, comunque nessuno sapeva della mia intenzione”, racconta al termine del (chiamiamolo) chiarimento il ragazzo. Alla sua richiesta di un comunicato del festival della valle d’Itria, di vicinanza ai portatori di handicap e di scuse per l’accaduto, niente documento: non c’è da chiedere scusa a nessuno. E poi, la lesione dell’immagine del festival e cose simili, di cui naturalmente è ritenuto responsabile questo notiziario.

L’unica cosa certa è quella di un ragazzo intenzionato a comprare i biglietti per regalarli ai genitori, di cui uno cieco, e si è sentito dare la risposta “ma le conviene portare suo padre?”. E tutte le considerazioni fatte da qui, ieri, restano in piedi. Tutte. Già che ci siamo, a proposito di chiarimento: a quando, da parte del festival della valle d’Itria, una risposta che questo notiziario attende da undici mesi a proposito di pagamento alla Siae, o forse non pagamento, per quanti anni e forse per un milione e mezzo di euro? Sai com’è, si tratta di percentuale di contributi, pubblici e privati, percepiti per l’organizzazione dell’evento. Contributi pubblici: cioè soldi dei cittadini. Visto che sono in vena di chiarezza, ci sono speranze?

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