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Dati Svimez: Chiarelli, “questione meridionale un quadro a tinte fosche” Il parlamentare pugliese commenta le statistiche secondo cui il Mezzogiorno d'Italia, negli ultimi quindici anni, è andato peggio della Grecia

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Di seguito un comunicato diffuso dal parlamentare Gianfranco Chiarelli:

Alcune notizie che occupano le pagine dei quotidiani oggi, se messe in relazione tra loro, compongono in modo chiaro il quadro, a tinte fosche, di ciò che rappresenta oggi la questione meridionale. Il rapporto Svimez, innanzitutto, disegna un Sud in ginocchio, che negli ultimi anni ha fatto registrare uno sviluppo inferiore perfino a quello della Grecia (13% rispetto al 24% degli Ellenici). Poi leggiamo che gli studenti pugliesi hanno ottenuto il record delle promozioni   alla maturità con ben 788 lodi, distaccando la seconda regione (anch’essa meridionale, la Campania) che conta 455 super bravi. E, infine, la visita della ministra Pinotti a Taranto, al di là dei soliti annunci, ha sancito di fatto lo spostamento delle attività di manutenzioni navali da Taranto a La Spezia. Se mettiamo insieme queste notizie, solo apparentemente scollegate tra loro, comprendiamo come il Sud sia terra di grandi potenzialità, di capacità, di cervelli che, purtroppo, sono costretti ad andare via, determinando quella caduta verticale di crescita che i dati dello Svimez certificano. Quei 788 maturati con lode sono sicuramente destinati ad emigrare, prima per gli studi universitari, poi per trovare lavoro. E, se si continua a portare via dal Sud le aziende, a cominciare da quelle di interesse pubblico,  non si può che immaginare un declino senza fine. Non è un caso che in Puglia si sia da tempo superata abbondantemente la soglia del 50% di disoccupazione giovanile! La storia del mezzogiorno, dalla unità d’Italia ad oggi, non è mai cambiata. Dopo la fase dell’assistenzialismo, che ha arricchito solo chi è venuto a colonizzare, siamo ora in quella del totale abbandono. Il governo Renzi in particolare ha cancellato del tutto il meridione dalla propria agenda politica. La questione meridionale non può continuare ad essere solo oggetto di dibatti e sterili discussioni. Occorrono investimenti, incentivi per le aziende, riduzione delle tasse, più accesso al credito, completamento delle infrastrutture. Ma non sarà certo Renzi a fare tutto questo; troppo impegnato tra una partita al calcio balilla e il mettere le mani sulla Rai.


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