Inizia oggi, al tribunale del diritto del mare, il processo internazionale. Si tratta di una vicenda giudiziaria, quella che prende il via ad Amburgo, non centrale rispetto a quello che sarà l’arbitrato ma è pur sempre un’uscita, finalmente, dall’India, nella vicenda riguardante i marò pugliesi Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. E sono passati tre anni e mezzo da quando vennero indagati dalle autorità indiana con l’accusa di avere ucciso, in mare, due pescatori scambiati per terroristi, ciò durante un servizio di sicurezza che compivano a bordo di una nave civile. Al tribunale che ha sede in Germania, l’Italia chiede che Salvatore Girone torni nel nostro Paese e che Massimiliano Latorre vi resti (è in Italia in convalescenza dopo un ictus) in attesa delle determinazioni dell’arbitrato internazionale.
Chiunque abbia fatto il poliziotto sa benissimo che si deve sparare solo quando l’altra parte si presenta minacciosa con armi PUNTATE. si dice ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria IL CASO DEI MARO’ NON E’ DIFFICILE , BISOGNA SAPERE SE I PESCATORI ERANO ARMATI , NON SOLO MA SE AVEVANO ARMI PUNTATI SULLA NAVE ITALIANA SOLO COSI I MARO’ POTEVANO REAGIRE SPARANDO E PER VEDERE SE I PESCATORI ERANO ARMATI CON ARMI PUNTATE I MARO’ POTEVANO USARE I CANNOCCHIALI E ANCHE SE LA VISUALE ERA SCARSA , NON DAVA DIRITTO A SPARARE, NEMMENO SE PENSAVANO CHE A BORDO DELLE BARCHE CERANO BOMBE. SEL’ITALIA RIESCE A DIMOSTRARE CHE I PESCATORI AVEVANO ARMI PUNTATE ALLORA PUO’ ANDARE AVANTI COL PROCESSO DIVERSAMENTE ,
NON VEDO L’UTILITA’ DEL PROCESSO SI FARANNO FUORI TANTI SOLDI E DAVANTI AL MONDO FAREMO LA FIGURA DEL C………….