Proviamo ad applicare la matematica alle questioni dell’ambiente e a quelle della giustizia. Una delle regole principali della matematica: se a=b e b=c, a=c.
Poniamo che a sia l’inquinamento, disastroso, che ha gravato in particolare su Taranto e che, secondo la magistratura, ha ucciso le persone, ha devastato l’ambiente, consapevolmente da parte di chi lo esercitava, un colosso industriale. Poniamo che b sia l’Ilva, ovvero il colosso industriale, appunto, esercitava (secondo l’accusa) tale inquinamento. Ilva oggi è uguale, nell’immaginario collettivo, inquinamento e consapevolezza di averlo esercitato, a danno degli altri. Per profitto e con connivenze. Poniamo infine che c sia la Volkswagen, primo produttore al mondo di automobili: un colosso industriale, un colossissimo ci sarebbe da dire. Di oggi è la notizia della lettera per i concessionari italiani dalla Casa madre, non devono vendere le vetture Euro5 perché il dieselgate ha fatto venire fuori che si inquinava consapevolmente. Dunque, Ilva uguale Volkswagen, almeno per un’accusa. di inquinare consapevolmente ai fini di fare soldi. Insomma, a=b=c, funziona. In condizioni del genere, perché non prende l’iniziativa la magistratura di Taranto, che già lo ha fatto (con i risultati a tutti noti) per l’Ilva? Lo ha fatto quella di Torino, in tema di dieselgate, per frode commerciale, e contro ignoti. Ma questa del dieselgate, siamo sicuri essere “solo” una ipotesi di frode commerciale? Oddio, fra le due storia, Ilva e Volkswagen, una differenza ci sarebbe pure: quelli dell’Ilva, i Riva, arrestati, con i beni sequestrati e via discorrendo. L'(ormai ex) numero uno della Volkswagen, fra liquidazione e pensione, è stato “punito” con una sessantina di milioni di euro. E undici milioni di macchine nel mondo (in Italia siamo nell’ordine delle centinaia di migliaia, forse) del periodo in cui amministrava lui, vanno inquinando a destra e manca, grazie a una truffa.