La riforma del Senato, con il voto di ieri, è praticamente cosa fatta. Alla Camera, per l’approvazione definitiva, la maggioranza ha numeri tali da non esserci problemi (dal loro punto di vista) a far passare la discussa riforma costituzionale. Esempio: Vendola, pugliese leader di Sel, dice “dobbiamo organizzarci subito per il referendum e sostenere le ragioni del no”. Ed è in buona compagnia, da sinistra a destra. Con il nuovo Senato saranno 95 gli eletti: fra essi, 74 consiglieri regionali e 21 sindaci. A loro si aggiungono i cinque di nomina del presidente della Repubblica. Fra le “perle” di questa riforma: se un sindaco dovesse essere incandidabile (magari perché ha rubato) da sindaco e, nel frattempo, è diventato senatore, rimane tranquillamente senatore fino al termine della legislatura. Ripartizione su base regionale dei seggi in quello che sarà il nuovo Senato: alla Lombardia andranno 14 seggi, ci sono regioni che ne avranno solo due. Infine: c’è chi ha calcolato quale sarebbe su base partitica la ripartizione, nelle condizioni attuali: il Pd prenderebbe 55 seggi su 100. Un abitino su misura, insomma, secondo i detrattori. Di seguito la ripartizione (fonte ansa.it) dei seggi regione per regione, nella prima colonna gli abitanti e nella seconda i seggi (il +1 è riferito ai sindaci):
Piemonte 4.363.916 6+1
Valle d’Aosta 126.806 1+1
Liguria 1.570.694 1+1
Lombardia 9.704.151 13+1
Provincia Bolzano 504.643 1+1
Provincia Trento 524.832 1+1
Veneto 4.857.210 6+1
Friuli-VG 1.218.985 1+1
Emilia-Romagna 4.342.135 5+1
Toscana 3.672.202 4+1
Umbria 884.268 1+1
Marche 1.541.319 1+1
Lazio 5.502.886 7+1
Abruzzo 1.307.309 1+1
Molise 313.660 1+1
Campania 5.766.810 8+1
Puglia 4.052.566 5+1
Basilicata 578.036 1+1
Calabria 1.959.050 2+1
Sicilia 5.002.904 6+1
Sardegna 1.639.362 2+1
Italia 59.433.744 74+21