Fabrizio Nardoni, presidente del Taranto, conosce la simpatia verso il calcio di Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto. Santoro era stato pure in Brasile, per un sacco di anni, e come vuoi rimanere estraneo al calcio, lì. Il presidente ha invitato il vescovo varie volte, ma insomma di domenica non è particolarmente opportuno. Ma l’anticipo del sabato è un’occasione più propizia per esserci, così Filippo Santoro, arcivescovo, la partita di sabato 11 gennaio, anticipo di serie D girone H, proprio se la vedrebbe, allo “Iacovone”. Anzi, se la vedrà, sembra scontato.
C’è un problema. La partita, Taranto-Manfredonia, si giocherà a porte chiuse, perché il giudice sportivo ha deciso che i botti fatti esplodere in trasferta a Policoro, da supporters rossoblu,, siano adeguatamente sanzionati. Una punizione eccessiva, immeritata, ha commentato sin da subito l’ambiente sportivo ionico, presidente in testa. Il ricorso è stato preparato, nei minimi dettagli, Nardoni vuole seguire in prima persona l’andamento di questa vicenda e quando sarà convocato in sede di ricorso, avrà incidentalmente un argomento in più: ci sarà pure il vescovo. A parte che ci sarà pure Raisport 1 (diretta alle 14,30 dell11 gennaio) ma una garanzia maggiore del vescovo volete?
Taranto-Manfredonia, fra l’altro, assume un’importanza fondamentale nel campionato degli ionici che sono a un punto dalla coppia di testa Marcianise-Turris.
Oh, c’è peraltro da rimarcare che la convinzione assoluta, da qui, è quella che l’arcivescovo andrà allo stadio solo per assistere a una partita di calcio, e non farà mai da “strumento” per ribaltare un provvedimento della giustizia sportiva, soprattutto riguardante i pericolosi petardi. E da qui c’è la convinzione, altrettanto assoluta, che l’intento di Nardoni non è quello di strumentalizzare l’arcivescovo. Ci sono delle coincidenze e si auspica la loro concretizzazione, mettiamola così.
