Di seguito un comunicato diffuso dall’Ordine degli psicologi della Puglia:
Stiamo assistendo ad accese polemiche, sia a livello nazionale sia locale, sulla questione dell’educazione sessuale nelle scuole e della cosiddetta “Idelogia del Gender”. Si impone una riflessione da parte di una categoria professionale, come quella degli Psicologi, da sempre impegnata nella diffusione di una cultura basata sul rispetto reciproco tra gli individui e sulle buone prassi educative. L’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia intende fare chiarezza sul significato dell’educazione sessuale, concetto ultimamente “abusato” e strumentalizzato a scopi di propagande false e prive di fondamento scientifico, al fine di creare panico tra genitori ed educatori ed annullare o almeno rallentare un inevitabile progresso scientifico e culturale nell’ambito delle relazioni umane. Il Presidente Antonio Di Gioia e la Vicepresidente Vanda Vitone affermano che “Educare alla sessualità vuol dire prima di tutto educare all’affettività, all’espressione delle emozioni, al rispetto dell’altro e delle differenze tra gli individui; significa stimolare la conoscenza e la consapevolezza di sé e del proprio corpo e delle normali fasi evolutive. Conoscere le proprie emozioni e saper parlare di sentimenti, inoltre, migliora la capacità di comunicare e stimola lo sviluppo cognitivo”. “L’educazione affettiva e sessuale, basata su evidenze scientifiche, è un indispensabile strumento per favorire una libera espressione della personalità e prevenire forme di sessismo, bullismo, omofobia e violenza contro le donne e i minori”. “Educare alle differenze – affermano Di Gioia e Vitone -, spiegare ai bambini e ai ragazzi che l’omosessualità è una condizione che non si può modificare e l’orientamento sessuale non si sceglie, non vuol dire creare confusione circa l’identità di genere ma prevenire forme di bullismo omofobico e i numerosi suicidi di ragazzi discriminati e maltrattati in quanto omosessuali”. “Il sesso è determinato alla nascita, il genere è invece un costrutto socio-culturale che varia a seconda dell’epoca e della cultura in cui viviamo e delle regole sociali. L’identità di genere è la percezione che l’individuo ha di sé come uomo o donna; a volte non coincide con il sesso. In questi casi si parla di ‘disforia di genere’ o transessualismo. L’orientamento sessuale è definito come l’attrazione sessuale e sentimentale che l’individuo prova verso l’altro: per esempio dell’altro sesso, dello stesso o di entrambi”. “Insegnare ai bambini e ai ragazzi che non esistono ruoli prestabiliti, ovvero che le donne possono accedere a lavori considerati nel passato maschili o che gli uomini possono esprimere emozioni e sentimenti o svolgere lavori domestici, un tempo considerate prerogative femminili, non vuol dire spingerli a cambiare orientamento sessuale. Far riflettere sulla parità – continuano Presidente e Vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi della Puglia – significa smontare i pregiudizi e la paura del confronto tra i sessi e prevenire la violenza contro le donne e il bullismo ormai dilagante che crea tantissima sofferenza ai ragazzi e alle loro famiglie. Il bullo, infatti, è colui che non riconosce le proprie e altrui emozioni, incapace di “empatia”, di rapportarsi all’altro, confrontarsi con l’altro sesso”. “Educare alla sessualità non vuol dire incitare i bambini o gli adolescenti a ‘praticare il sesso’, significa piuttosto insegnare a coniugare affettività e corporeità, a rispettare le proprie fasi di crescita, a saper ‘dire di no’ a richieste sessuali improprie o formulate da coetanei e adulti e violenti e a sapersi proteggere da gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmesse”. “Non esiste ‘l’ideologia gender’, è’ falso che nelle scuole vengono organizzati corsi sul “gender” che negherebbero le differenze tra uomo e donna e in cui si insegnerebbe ai bambini a toccarsi, a masturbarsi e che esistono tanti tipi di sesso o che negherebbero l’istituto della famiglia”. l’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia nel mese del Benessere Psicologico (Ottobre 2015) invita i dirigenti scolastici, gli insegnanti e tutti i professionisti della salute a vigilare e a dare massima diffusione dell’educazione affettiva e sessuale che si basi su evidenze scientifiche e degli studi di genere svolti dalle maggiori associazioni scientifiche e professionali internazionali e nazionali e sia attuata da operatori preparati che attingano ai dettati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Solo il superamento della paura dei cambiamenti sociali, dell’evoluzione della famiglia e soprattutto del confronto costruttivo tra l’uomo e la donna potrà comportare una reale riduzione delle violenza di genere e rendere i bambini di oggi, gli adulti sani di domani.