Di seguito un comunicato diffuso da Salvatore Tomaselli, componente della commissione parlamentare antimafia:
Nei giorni scorsi ho avuto modo di incontrare parlamentari e dirigenti del PD di Lecce in relazione all’iniziativa assunta dai democratici salentini di sollecitare le istituzioni preposte alla più decisa azione di indagine e trasparenza in merito alle eventuali penetrazioni della criminalità organizzata nell’ambito del settore del patrimonio immobiliare pubblico, gestito sia dal Comune di Lecce che dall’Istituto case popolari. Nel condividere le forti preoccupazioni in merito a tale fenomeno, oggetto, peraltro, di un incontro sempre nei giorni scorsi tra una delegazione del PD leccese ed il Prefetto Claudio Palomba, ho chiesto allo stesso Prefetto, che ringrazio per la immediata disponibilità, un incontro ulteriore che si terrà nei prossimi giorni a cui parteciperò unitamente ai colleghi deputati salentini Capone e Massa. Siamo interessati, infatti, a meglio comprendere le iniziative assunte dalle varie istituzioni preposte al controllo di legalità nel territorio ed, in particolare, nell’ambito delle attività amministrative, nonché i risultati di tali attività. L’autonoma e meritoria azione della Magistratura e delle forze dell’ordine, infatti, ha evidenziato, pur con la necessaria prudenza con riguardo a quelli che saranno gli esiti finale delle indagini, la possibile esistenza di anomale connessioni fra componenti della criminalità organizzata e determinati settori della pubblica amministrazione. Ci appaiono quindi inaccettabili i tentativi di minimizzazione di quanto già finora emerso, e di quanto potrebbe ancora evidenziarsi dalle indagini, da parte del sindaco di Lecce Paolo Perrone che nei giorni scorsi, dopo le inchieste della Procura ed il coinvolgimento del Prefetto da parte del PD leccese, ha annunciato di aver avviato una doppia indagine interna del Comune di Lecce sulle assegnazioni degli alloggi popolari. È davvero difficile immaginare che possano venire da tali tardive e deboli iniziative le risposte di trasparenza e di rottura di metodi clientelari che hanno caratterizzato da anni sia le campagne elettorali che le stesse esperienze di Governo della città. Ben altre e, soprattutto, ben più autorevoli e indipendenti devono essere le attività volte ad acclarare responsabilità, compiacenze, collusioni e gestioni compromesse. Per questo, oltre a proseguire nel costante colloquio con la Prefettura, nei prossimi giorni rappresenterò tale contesto alla attenzione della Commisssione Bicamerale Antimafia, perché la stessa possa avviare una propria attività di approfondimento di quanto già finora gravemente emerso. Del resto, la stessa Commissione parlamentare antimafia, nel novembre 2014, aveva invitato le istituzioni “a non sottovalutare il rischio di infiltrazioni mafiose nei quartieri popolari, per evitare che si creino zone franche in cui i cittadini si sentano abbandonati”, ribadendo che “non è la prima volta che questi spazi vuoti siano riempiti dalla criminalità organizzata, anche di stampo mafioso”, ricordando, tra l’altro, come il fenomeno delle occupazioni abusive degli alloggi popolari in alcuni contesti non sia estraneo “al corruttivo voto di scambio praticato nella bassa cucina della politica”. Nei prossimi giorni, infine, solleciterò la Presidente On. Rosy Bindi a calendarizzare, possibilmente entro l’anno, la visita nel Salento che mi ero già permesso di suggerire e per la quale ho raccolto la sua piena disponibilità.