Dopo gli attentati di Parigi, i timori (il Giornale parla addirittura di “sgomento”) sono per Roma. E per il papa. La data dell’8 dicembre è quella dell’apertura del giubileo straordinario e, se fra le autorità della sicurezza è già allerta ai massimi livelli per potenziare ancora di più i sistemi che tutelino l’incolumità del papa e dei fedeli, nonché dei monumenti romani, fra i cattolici la preoccupazione è altrettanto ai livelli massimi. Tanto che il teologo morale campano padre Antonio Rungi, in una dichiarazione, si dice “interprete” di queste preoccupazioni crescenti e chiede a papa Francesco di “non far svolgere a Roma le celebrazioni solenni per l’apertura dell’Anno Santo della Misericordia”.
Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi risponde subito: Non facciamoci dominare dalla paura. Il ministro degli Interni, Angelino Alfano, dice “siamo pronti ad affrontare qualsiasi evento”.
Padre Rungi esprime sempre con grande chiarezza la sua opinione, come fece otto anni fa dopo gli incendi che devastarono il Gargano: siate maledetti, pronunciò nei confronti di chi appiccò le fiamme.