Ecco come mi ha combinata. La foto mandata al fratello e a un’amica. Un selfie, il viso livido per le botte subite dal marito. Sono i nuovi particolari di una vicenda tragica e violenta, il femminicidio di cui è stata vittima Raffaella Presta, ammazzata il 25 novembre, con una fucilata, in casa a Perugia, dal marito Francesco Rosi. Della vita infernale di quella coppia e, di conseguenza, del loro bambino di sei anni, ora emergono particolari sempre nuovi, dalla necessità per lei (avvocatessa quarantenne di origine salentina) di non frequentare più lo studio legale causa la gelosia di lui, al fatto che Rosi dormiva con il fucile carico sotto il letto. Per proteggere la famiglia, avrebbe detto lui. Ma per lei era una situazione di terrore che, insieme alle botte, però la donna non aveva mai denunciato, per paura, per pudore. Ieri a San Donaci i funerali di Raffaella Presta. Il marito è in carcere a Perugia. Il bambino affidato ai familiari di lei.