Di seguito un comunicato diffuso dal parlamentare Gianfranco Chiarelli:
E’ ormai chiaro che il governo sia in piena confusione rispetto alla questione Ilva. Il nono decreto, ennesimo tentativo di rincorrere i provvedimenti della magistratura, conferma la assenza di una qualunque strategia, e certifica il pieno fallimento di ogni azione finora intrapresa, ivi compresa la gestione commissariale. Non potevamo che votare contro un provvedimento che continua solo a prendere tempo, senza alcuna concreta possibilità di garantire il rilancio dell’azienda e la contestuale ambientalizzazione dello stabilimento. Che colleghi esponenti della maggioranza esprimano soddisfazione per la conversione in legge del decreto rientra nel gioco delle parti, più difficile comprendere l’entusiasmo di chi, rappresentando una importante categoria economica del territorio, e quindi ben a conoscenza della drammatica situazione in cui versano le imprese, esprime un giudizio positivo, parlando di un risultato che non riusciamo davvero a vedere. L’impressione è che, ancora una volta, si preferisca coltivare il proprio orticello, garantendo piccoli interessi, piuttosto che avere una visione più ampia che guardi ad una prospettiva di sviluppo dell’intero territorio. Si continua a tendere il cappello rinunciando, per convenienza o per incapacità, ad essere protagonisti del cambiamento con proposte concrete. Ritengo che, anziché festeggiare per la estensione della platea di chi potrà accedere al fondo di garanzia, senza che ciò risolva realmente le tante sofferenze dell’appalto Ilva, sarebbe più utile per tutti occuparsi di un piano industriale serio e concreto che tenga conto delle capacità occupazionali, dei costi di bonifica e di ambientalizzazione, raffrontati con la capacità produttiva. Il voto contrario dei Conservatori e Riformisti è la testimonianza di una reale attenzione per le sorti del territorio ionico, delle imprese tutte, dei lavoratori, dei cittadini. Gli interessi della nostra collettività si tutelano pretendendo provvedimenti seri che favoriscano gli investimenti, agevolino realmente l’accesso al credito, consentano a tutte le imprese creditrici di incassare subito quanto dovuto per il lavoro svolto, e con un piano di risanamento e rilancio dell’acciaieria che si fondi su basi solide, e non su stravolgimenti del diritto, come continua a rilevarsi nei provvedimenti del governo. Su queste basi personalmente non posso che rinnovare la massima disponibilità a confrontarmi con tutti gli stackholders del territorio per sostenerne ogni proposta ed iniziativa.