Di seguito una dichiarazione di Gianfranco Chiarelli, parlamentare, gruppo Conservatori e riformisti:
Ritengo sia ormai unanimemente acquisita, e ampiamente condivisa, la necessità di regolamentare le unioni civili, con riferimento non solo alle coppie omosessuali, ma a tutte quelle fattispecie di convivenza non necessariamente correlate alle scelte sessuali. Faccio riferimento ad esempio a quei parenti (fratelli, sorelle) o anziani che, non avendo formato una propria famiglia autonoma, o rimasti soli, decidono di convivere per risolvere problematiche di natura economica o semplicemente per solidarietà personale. Altro è il voler equiparare queste unioni, e in particolare quelle omosessuali, alla famiglia naturale, quella formata da un uomo, una donna, e i loro figli. Non sfugge ad alcuno che, dietro la richiesta di consentire l’adozione dei figli del compagno/a (la cosiddetta stepchild adoption),in realtà si nasconda la aspirazione, tutto sommato anche comprensibile, alla maternità/paternità, da ottenersi con sistemi artificiali. Se ciò fosse consentito o tollerato, si violerebbero principi scritti nella natura, nella tradizione, nella nostra cultura. Principi che prescindono da ogni valutazione di ordine religioso ma che attengono ad una precisa idea della società fondata sulla famiglia tradizionale, come la nostra Costituzione all’art. 29 (da leggere con il corredo dei lavori della Costituente) statuisce.