Di seguito un comunicato diffuso dal politecnico di Bari:
C’era una volta un Castello. C’è ancora, possente, austero, che, arroccato su uno sperone roccioso, al limite della gravina, s’illude di voler difendere la città dagli invasori. Ha sfidato il tempo, ha conosciuto fasti e miserie, tragedie e speranze, padroni e conquistatori: dai normanni agli svevi, dagli angioini agli aragonesi, dalle famiglie nobili del sei-settecento fino alla pubblica proprietà dei giorni nostri. Rappresenta da sempre l’emblema, il simbolo non solo della città ma dell’intero comprensorio di una località unica e paesaggisticamente straordinaria. E’ il castello, dalla storia millenaria, di Massafra.
Un’appassionante quanto coinvolgente esperienza accademica, vissuta nell’ambito della Scuola di Architettura del Politecnico di Bari, dedicata al restauro del castello di Massafra e al progetto di una sua nuova vita ha condotto sei giovani laureandi in architettura: Francesco Cardone (Triggiano – BA), Tiziana de Gennaro, Davide De Leo e Maria Anna de Palma (Molfetta – BA), Giuseppe De Marinis Gallo (Modugno – BA), Silvia Manginelli (Bisceglie – BAT), guidati da un gruppo di docenti dell’ateneo: Franco Defilippis, Pierluigi Morano, Giorgio Rocco, Gabriele Rossi, Francesco Ruggiero, Luciana Bozzo e Samuele Biondi (quest’ultimo dell’Università “G. D’Annunzio”); con il coordinamento della prof. Rossella de Cadilhac alla realizzazione di una tesi di laurea, “Il castello di Massafra. Il ruolo del restauro nel destino di una preesistenza”, che ha trovato riscontri e riconoscimenti in diversi concorsi d’architettura in Italia.
La tesi, un vero e proprio studio completo, non si è fermato alla sola possibilità degli interventi necessari di restauro del monumento, il che avrebbe già potuto già appagare il gruppo dei giovani laureandi, bensì, ha puntato alla valorizzazione dell’edificio medioevale e dei luoghi attigui. La salvaguardia della sua identità e il reinserimento in un circuito di vita con il resto della città sono stati infatti elementi imprescindibili del lavoro. Alla base della ricerca lo studio del denso rapporto tra il castello, la comunità massafrese e l’ambiente naturalistico circostante.
Fondato su un terreno di natura carsica che ha favorito a Massafra la forma insediativa della casa-grotta, il castello quadri-turrito è indissolubilmente legato al contesto ambientale di cui è parte integrante. La sua storia comincia probabilmente con l’ascesa dei longobardi nel sud Italia, ma il primo documento che certifica la sua presenza, sicuramente in forma più essenziale, con funzioni difensive e di protezione, risale al 970.
In posizione decisamente strategica, con il fronte orientale a picco sulla suggestiva gravina di San Marco si sviluppa oggi su tre livelli. Fenomeni franosi verificatesi in tempi relativamente recenti hanno compromesso sul versante sud l’antico rapporto fra il castello e le sottostanti case-grotta, di cui rimangono solo alcune tracce. Anticamente adibite ad alloggi delle guarnigioni, le case-grotta segnavano il limite sud della soprastante piazza d’armi, ridimensionata a causa dei crolli e successivamente ridisegnata. Negli anni ottanta, un intervento di rilievo aveva provveduto, su indicazioni del prof. Mauro Civita del Politecnico di Bari, alla ricostruzione del torrione crollato alcuni anni prima.
La lettura ed interpretazione storica del monumento attraverso lo studio delle fonti è stato fondamentale nell’opera del progetto di restauro e il rilievo architettonico si è dimostrato determinante ai fini della conoscenza dello stato di consistenza e di conservazione.
Nella sua attuale configurazione il castello è il risultato di trasformazioni successive, non solo legate al trascorrere del tempo, o conseguenti ad eventi traumatici che hanno imposto ricostruzioni parziali, o semplicemente all’assenza di manutenzione, ma spesso dettate da esigenze di carattere funzionale o cambi di destinazione d’uso. Tutte trasformazioni che nel tempo hanno variato il nucleo originario, reinterpretandolo continuamente, fino al raggiungimento dell’attuale forma.
Lo stato di degrado in cui versa gran parte di esso hanno suggerito lo spunto per un progetto complessivo che, nel riammettere il complesso architettonico nel circuito della fruizione, in linea con le strategie comunali orientate alla conservazione del proprio patrimonio architettonico, ne rispetti il carattere identitario.
L’interrogativo sulla nuova destinazione d’uso, condizione essenziale per la sopravvivenza di un’architettura, è stato risolto, secondo il lavoro di tesi, con la ricerca di una funzione che fosse compatibile con le vocazioni del monumento, ma al tempo stesso realmente utile alla collettività massafrese. Una parte importante dell’elaborato infatti, riguarda la rifunzionalizzazione degli spazi attraverso il progetto M.O.V.I.E. (Massafra Omni Vision tra Innovazione ed Eredità culturale) che prevede la realizzazione di un polo cinematografico comprensivo di centro di post-produzione, salette cinematografiche, una cineteca/mediateca. Attività che potrebbero ben integrarsi con la biblioteca già presente in un’ala del Castello.
Da una indagine socio-economica sono emersi dati fondamentali che hanno permesso di orientare il progetto di riuso all’interno di un più ampio programma. In particolare è emersa, per numero di associazioni e singoli appassionati, una singolare quanto importante “vocazione” verso le arti cinematografiche della città. Non è un caso che Massafra sia stata più volte selezionata come set cinematografico di film d’autore, da Pier Paolo Pasolini, a Pippo Mezzapesa, a Giorgia Farina.
La consolidata tradizione culturale legata alla cinematografia è comprovata dall’ampio consenso raccolto in seguito a manifestazioni periodiche, quali festival e rassegne dedicati al cinema, promosse dalle numerose quanto vitali associazioni culturali del luogo; ed è confermata dalla presenza di collezionisti privati di lungometraggi e cortometraggi ben disposti a donare i propri archivi costituiti da circa 2000 pellicole all’amministrazione comunale di Massafra con lo scopo di renderle fruibili ad un ampio pubblico. Tale predilezione per il cinema ben si coniuga con l’esigenza di creare centri specializzati nella post produzione cinematografica allo scopo di soddisfare la crescente domanda che deriva dall’afflusso di troupe cinematografiche nella regione, incentivato dalla disponibilità di fondi stanziati dall’ente Apulia Film Commission per la produzione di film in Puglia.
Da queste considerazioni nasce l’idea progettuale, d’indubbia originalità, volta a rifunzionalizzare il Castello attribuendogli il ruolo di polo cinematografico, l’unico in tutto il sud Italia, capace di valorizzare la città ed il suo territorio, entrambi inseriti, secondo le proiezioni progettuali, all’interno dell’avviato circuito cinematografico regionale. La tesi-progetto infine si completa con una attenta analisi, dei costi, degli investimenti necessari e dei ricavi secondo un cronoprogramma e individua alcune fonti di finanziamenti pubblici e privati.
L’attento lavoro svolto, l’originalità della fattiva proposta, ha raccolto consensi e riconoscimenti in Italia, ultimo dei quali lo scorso mese a Genova in occasione di “Archeprix Italia”. Altri premi nazionali sono stati ottenuti a Bologna e Ferrara.
La qualità espressa nel lavoro dai neo architetti e dal gruppo dei docenti ha suscitato vivo interesse anche nella città di Massafra. Il vice sindaco della città, Antonio Viesti ha invitato gli autori ad una presentazione pubblica della tesi premiata nel teatro comunale “Nicola Resta” in una apposita giornata dedicata.
“È stata una vera e propria avventura scientifica che ha coinvolto, settori disciplinari per loro natura reciprocamente complementari, quali appunto il Restauro, la Progettazione, la Storia, il Rilievo dell’architettura, la Valutazione economica dei progetti” – dice la coordinatrice del lavoro di tesi, Rossella de Cadilhac, docente di restauro al Politecnico di Bari. “Ciascun docente del collegio – continua – ha offerto il proprio contributo con innegabile generosità per il raggiungimento di un obiettivo condiviso: la conservazione e la valorizzazione di un bene di riconosciuto valore storico, artistico, oltre che sociale, inscindibilmente legato al proprio contesto ambientale di straordinario valore paesaggistico”.
I riconoscimenti
Ferrara 2014. IV edizione del Premio Internazionale di Restauro Architettonico “Domus Restauro e Conservazione Fassa Bortolo”
Medaglia d’argento: Il restauro del castello di Massafra – Politecnico di Bari
Manifestazione promossa dall’Università degli Studi di Ferrara e dall’Azienda Fassa Bortolo.
Bologna 2014. XVII edizione del Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata
1° classificato: Il restauro del castello di Massafra – Politecnico di Bari
Manifestazione promossa dall’Istituto Italiano dei Castelli.
Genova, 4 dicembre 2015. Premio Archiprix Italia 2015
Menzione d’onore: Il restauro del castello di Massafra – Politecnico di Bari
Manifestazione promossa dal Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori