Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:
A spingere la deflazione a febbraio è il calo dei prezzi dei prodotti agricoli che sta provocando effetti devastanti nelle campagne. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat sull’inflazione sulla base dei dati Ismea a febbraio 2016.
La riduzione dei prezzi al consumo è drammaticamente amplificata nelle campagne pugliesi, dove i prezzi del grano duro hanno subito un calo del 35%, del latte del 16% e di verdure e pomodori che registrano il crollo fino al 60% rispetto allo scorso anno sia in provincia di Bari che a Foggia.
“La forbice dei prezzi dal campo alla tavola – denuncia Gianni Cantele, Presidente di Coldiretti Puglia – si allarga sempre più per effetto congiunto dell’andamento climatico anomalo e troppo spesso di speculazioni e distorsioni lungo la filiera. Rispetto agli ortaggi, a nulla è valsa la programmazione degli orticoltori che in Puglia stanno raccogliendo broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. Ciò sta determinando una saturazione e conseguente stagnazione del mercato già fermo per una domanda che non c’è, perché più fa caldo meno i consumatori acquistano ortaggi di stagione”.
La situazione dei prezzi in campagna – continua la Coldiretti – sta assumendo toni drammatici anche per il grano e gli allevamenti, in maniera particolare per il prezzo del latte alla stalla.
“Per questo abbiamo chiesto all’Assessore al ramo Di Gioia – dice Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – di convocare il tavolo agroalimentare attorno al quale far sedere tutte le parti della filiera dalla produzione alla commercializzazione. Sono enormi e non più accettabili le distorsioni esistenti nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola, durante il quale i prezzi si moltiplicano in modo esponenziale e i centesimi si trasformano in euro. Però, per ogni euro speso nell’acquisto di prodotti alimentari, 60 centesimi vengono assorbiti dalla distribuzione commerciale, 23 centesimi dalla trasformazione e solo 17 servono a remunerare il prodotto agricolo”.
In campagna la situazione è particolarmente difficile per gli ortaggi. “Non ci conviene raccogliere – racconta il giovane imprenditore di Monopoli, Vitantonio Labate – e stiamo interrando finocchi e sedano. Hanno addirittura proposto di acquistare i finocchi al prezzo di 1 centesimo, quando noi paghiamo la piantina 3 centesimi. In alcuni casi, piuttosto che buttare o distruggere il prodotto, stiamo invitando conoscenti e consumatori a venire direttamente in campagna a raccogliere e a portar via a costo zero finocchi, insalate e sedano”.