Da Locorotondo (foto) l’iniziativa è partita alle quattro del pomeriggio, rotatoria alle porte del paese. Sit-in davanti alle transenne di chiusura della strada. Da Martina Franca, il corteo nel tratto chiuso per decisione della magistratura.
—–
Cronaca di due manifestazioni solo apparentemente unite, frea due paesi incontro l’uno all’altro. Locorotondo ha, in questa storia, la sola colpa di condividere con Martina Franca un intero tratto di strada sequestrato e chiuso, a causa di un problema che è tutto di Martina Franca, ovvero un depuratore che non funziona e Aversa liquami in valle d’Itria, compresa la parte sottostante di un tratto della statale 172 (circa trecento metri). A Martina Franca, dopo l’imperdonabile ritardo nel prendere iniziative bei giorni intercorsi fra il sequestro del depuratore e quelli, in qualche modo annunciato, della strada, ora si danno tutte queste cose clamorose: la tenda, la marcia. A cosa servano, se non a un’amministrazione pubblica in grave difficoltà per tenersi buoni i concittadini, è un mistero. La magiustratura, con il sequestro che è un punto di non ritorno (ecco perché andava evitato a qualunque costo prima) procede codice alla mano. Non per una marcia di duecento metri. Il che non è una critica ai cittadini impegnatissimi nel far sentire la loro protesta. Dovevano essere rappresentati, meglio, prima, quelli di Martina Franca. E oggi, da un’altra parte: sotto la sede Aqp, ad esempio.
Agostino Quero