Ventotto anni e mezzo ad Amanda Knox, venticinque a Raffaele Sollecito per il quale c’è subito il ritiro del passaporto e il divieto di espatrio (ei, invece, è ormai da considerare latitante). Poi ci sono anche i risarcimenti, stabiliti, ad esempio a favore di Patrick Lumumba, inizialmente coinvolto nella storia alla quale era invece totalmente estraneo.
Poco prima delle dieci di sera, lettura della sentenza. Più di undici ore di camera di consiglio, da parte della corte d’appello fiorentina costituita da otto giudici (due togati, sei popolari). Raffaele Sollecito, in aula stamani prima della camera di consiglio, non ha assistito al verdetto. Non è escluso sia tornato a Giovinazzo. Amanda Knox in America, a Seattle, da dove aveva fatto sapere che in caso di condanna sarebbe stata latitante. Presenti alla lettura della sentenza i fratelli della vittima. Si conclude così la vicenda giudiziaria per l’assassinio di Meredith Kercher, la studentessa inglese trovata morta in casa a Perugia nel novembre di sette anni fa.
Il processo di appello bis che si è chiuso oggi con la sentenza di Firenze era stato disposto dalla Cassazione che aveva annullato, con rinvio, l’assoluzione in appello, risalente a ottobre 2011, di Sollecito e Knox (l’africano Rudi Guedé era stato invece condannato per l’omicidio). L’accusa, nel processo in corte d’assise d’appello, aveva avanzato la tesi del gioco erotico violento, protagonisti Sollecito, Knox e Guedé, finito con l’assassinio a coltellate di Meredith. La corte ha preso per buona la tesi: Meredith è stata uccisa anche da Amanda e Raffaele.
(foto: fonte ansa.it)
