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Brindisi: l’incendio di ecoballe, non paghi il Comune Discarica abusiva, impianto ex Alfa Edile

fuoco

Di Francesco Magno:

Anche il 24/05/2016 alle ore 16,00 con vento da W (260°) e quindi, per fortuna, verso il petrolchimico, si è verificato l’ennesimo incendio sulla discarica abusiva della ex Alfa Edile che, con l’assurdo e artefatto assenso della Provincia e del Consorzio ASI, ha smaltito “ecoballe” con il presunto scopo di effettuarne il “recupero” delle varie componenti.

Assurdo ed artefatto proprio in virtù del fatto che il lotto che ha ospitato la discarica, fra l’altro preso in fitto dalla ex Alfa Edile, non poteva essere destinato ad “impianto di stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosiin quanto l’area che li vede smaltiti, non aveva la specifica destinazione d’uso.

Il Consorzio SISRI (ora ASI) ha identificato, nelle Norme di Attuazione del proprio PRG all’art. 24, tale area di smaltimento come: C1: Zona Servizi; in tale area sono autorizzati solo ed esclusivamente servizi pubblici” quali: uffici del Consorzio SISRI, per ditte di spedizione ed imballaggi, di Enti previdenziali, di società concessionarie di servizi pubblici, postali, pronto intervento di Polizie, negozi, spacci alimentari, mense, centri sociali, impianti sportivi, asili, scuole, attrezzature ricettive.

Lo stoccaggio provvisorio di rifiuti di un’azienda privata su di un’area non impermea-bilizzata e con destinazione differente può forse identificarsi come un “servizio pubblico”?

Rilevo, per la ex Alfa Edile, ma anche per l’utilizzo di fondi pubblici per la caratteriz-zazione chimica dei terreni di privati della zona industriale, il Consorzio SISRI/ASI ha, con estrema versatilità, utilizzato il concetto di “servizio pubblico e/o di “ pubblico interesse”.

Per la ex Alfa Edile, senza entrare nel merito delle responsabilità che, fra l’altro, hanno visto la condanna in primo ed in secondo grado dell’amministratore dell’azienda ed il risarcimento delle “parti civili”, anche questo mai onorato, l’aspetto che mi indispettisce è che a distanza di ben 12 anni dallo smaltimento, non si è ancora effettuata la “bonifica” del sito.

L’ennesimo episodio d’incendio dei residui rifiuti stoccati dalla ex Alfa Edile, grazie al pronto e massiccio intervento dei Vigili del Fuoco, ha evitato quanto accaduto in data 10 ed 11 lug-lio 2012, allorquando il Sindaco d’allora fu costretto ad emettere l’Ordinanza n. 11 del 11/07/2012 di allontanamento delle popolazione della Contrada Piccoli e del quartiere “La Rosa”.

L’Ordinanza fu emessa a causa dei raccapriccianti valori, registrati da ARPA, di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), Diossine (PCDD/F) e PCB (PoliCloroBifenili); rammento che dalla relazione di ARPA si registrarono:

  • diossine (PCDD/PCDF), a fronte di un valore di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di 300 fg TE/mc per l’aria, si registrarono alla Contrada Piccoli valori di 105.608 fg TE/mc ed ai quartieri Perrino-S. Paolo 693 fg TE/mc;

  • benzo(a)pirene (IPA), valore clamoroso di 13,8 ng/mc a fronte di un valore limite (su base annuale) di 1 ng/mc; tale valore non è stato mai registrato neppure a Taranto anche se il benzo(a)pirene è l’IPA che ha generato il processo di riconoscimento di “danno ambientale” per Taranto.

L’aspetto raccapricciante del danno prodotto dai continui incendi dei rifiuti della ex Alfa Edile è che le sostanze esaminate dall’ARPA (diossine, PCB, IPA e metalli pesanti) non si degradano nel tempo e sono sostanze BIOACCUMULANTI, che entrano nel DNA e nella catena biologica ed alimentare umana, con i danni previsti e prevedibili.

E’ facile a questo punto chiedersi: per quale motivo ancora non si è fatta la bonifica del sito?

Eppure il Comune era stato anche “custode giudiziario” del sito di stoccaggio ex Alfa Edile ed aveva anche emanato un’apposita Delibera di Giunta Comunale (n. 360/2008) che prevedeva uno stanziamento di € 240.000,00 per la rimozione dei rifiuti, ulteriormente incrementati con altra delibera, fino ad 800.000,00 €.

Ad oggi nulla è cambiato, i rifiuti si riducono per periodiche combustioni e gli inquinanti continuano ad interessare il territorio e la popolazione di Brindisi!!

E’ cambiata, per fortuna, la normativa ed oggi con la L. 68/2015 sugli “Ecoreati” ( Disposizioni in materia di delitti contro l’ambiente) può essere applicata, anche per la ex Alfa Edile, la norma comunitaria di chi inquina paga”!

Infatti, essendo i rifiuti persistenti e costituenti ancora oggi, sia il “corpo del reato” che le “cose pertinenti il reato”, il Comune, per le responsabilità connesse alla salute dei Cittadini, può applicare l’art. 1 della L. 68/2015 ed in particolare la “Omessa Bonifica”, ai sensi dell’art. 432 terdecies del T.U.A. e giungere alla “confisca” dei beni (art. 452 undecies TUA), anche per “equivalente”, di coloro i quali si sono resi responsabili.

Faccia applicare, Sig. Commissario, la Legge 68/2015 anche in virtù dell’assurdo che, in presenza di evidenti irregolarità amministrative nel rilascio dell’autorizzazione alla ex Alfa Edile (sancite da due sentenze), non debba essere sempre la Comunità e quindi il Comune a pagare gli errori altrui, oltre che a garantire la salute dei Cittadini.

A tal proposito fa specie e preoccupa il fatto che in un recente Convegno (20/05/2016) organizzato da Legambiente Brindisi proprio sulla legge relativa agli “Ecoreati”, alla presenza del Sostituto Procuratore della Procura Generale di Lecce Dott. Ennio Cillo (profondo conoscitore dei problemi ambientali), del Direttore Nazionale di Legambiente Ing. Stefano Ciafani e di altri eminenti esponenti, NESSUNO dei candidati Sindaco abbia partecipato all’incontro!!

Eppure il problema del danno ambientale indotto dalla ex Alfa Edile è uno solo dei problemi che i nostri candidati sindaco dovranno affrontare se intendono, come affermano, di voler svoltare pagina e dare a questa città gli amministratori che merita e che possano traguardare, anche con l’ausilio delle norme vigenti, al benessere sociale ed all’auspicato “sviluppo sostenibile” della zona industriale, a mio avviso, precipua competenza del Comune.

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