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Torchiarolo: situazione ambientale, lettera aperta a Michele Emiliano Il geologo scrive al presidente della Regione Puglia

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Di seguito il testo della lettera aperta inviata da Francesco Magno al presidente della Regione Puglia:

Preg.mo Presidente,

nei primi giorni di luglio si celebra, presso il Consiglio di Stato, l’ultimo atto della richiesta avanzata dall’allora Sindaco di Torchiarolo (Del Coco), tramite l’Avv. Dario Lolli e la consulenza tecnica dello scrivente, di sottoporre il “Piano di Risanamento per Torchiarolo” alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), esclusa dal Presidente Vendola e dall’ex Direttore ARPA.

E’ paradossale che il Comune di Torchiarolo debba insistere, fino al Consiglio di Stato, per indurre la Regione Puglia ad effettuare una valutazione ambientale capace di accertare, senza secondi fini, l’origine reale dello stato di contaminazione che subisce la cittadinanza, nel mentre l’ARPA e la stessa Regione debbano opporsi attribuendo ai “camini domestici” ed alla combustione della biomassa fresca, l’abnorme superamento della concentrazione di PM10 che si registra a far data dal 2005, da quando sono attive le centraline di monitoraggio.

E’ paradossale che la stessa Regione debba anche insistere nel richiedere al Consiglio di Stato la chiamata in correa di Enel Produzione, proprietaria della centrale termoelettrica di Cerano, sita a solo 7 Km. a valle, della direzione preferenziale dei venti, del Comune di Torchiarolo.

E’ paradossale che l’attuale sindaco di Torchiarolo, avendo l’obbligo di dotare i camini domestici di opportuni “filtri”, come riportato nel “Piano di Risanamento” ed avendo rilevato che i 40.000,00 € versati dalla Regione, erano del tutto insufficienti, abbia ritenuto opportuno rivolgersi all’Enel Produzione per “battere cassa” e non al Presidente della Regione!

E’ paradossale che Enel, che ha sempre affermato di non incidere sullo stato di contaminazione da PM10, abbia sottoscritto con l’attuale sindaco di Torchiarolo una convenzione di ben 220.000,00 € per l’acquisto e la posa in opera di poche decine di “filtri”.

E’ ancor più paradossale che pur con l’applicazione dei filtri ai camini domestici, pagati dall’Enel e posti nell’intorno della centralina di Via Don Minzoni, le concentrazioni di PM10 registrate abbiano continuato a superare abbondantemente il limite normativo di 50 g/Nmc al giorno e per ben 56 volte/anno (2015); ad oggi siamo già a quota 29 sui 35 superamenti consentiti all’anno.

Ha dell’incredibile il riscontro effettuato da ARPA con strumentazione mobile nella serata del trascorso 23 dicembre 2015; in tale data, infatti, in prossimità della centralina di Via Don Minzoni, sono stati rilevati valori di concentrazione di PM10 compresi in un range fra 118 – 350 g/Nmc (limite giornaliero 50 g/Nmc); in Via Quasimodo 18, valori variabili da 80 a 190 g/Nmc, ben oltre il limite giornaliero; in Via Carso angolo Via Fanin ben 300 g/Nmc; in Via Fanin 132, nei pressi della centralina periurbana della stessa Via Fanin, ben 174 g/Nmc.

Dopo tali gravi rilevazioni, non mi risulta sia stata attivata alcuna azione mirata alla salvaguardia della salute dei Cittadini, anche in virtù del fatto, come riportato nel verbale, che l’EPA (Ente per la Protezione Ambiente americano) “fissa in 150 g/Nmc il limite oltre il quale possono manifestarsi, in soggetti sensibilizzati e vulnerabili (anziani e bambini), disturbi dell’apparato respiratorio e situazioni di rischio alle quali può essere esposta la popolazione”.

Eppure, grazie anche all’ENEL, tutti i caminetti e le stufe a legno domestiche, rientranti in una perimetrazione dell’Ordinanza sindacale, erano spenti!

Nell’opposizione della Regione Puglia al consiglio di Stato si fa più volte cenno al fatto che il “Piano di Risanamento” di Torchiarolo è in progress e che verranno (sono trascorsi tre anni e non si è fatto nulla) effettuati da ARPA approfondimenti scientifici anche nei territori dei comuni limitrofi.

ARPA, diligentemente, introduce un nuovo elemento contaminante prodotto dalla combustione delle biomasse fresche, il benzo(a)pirene; quello stesso IPA che ha attivato la procedura di “danno ambientale” per Taranto.

Dal rapporto invernale (25 febbraio -15 aprile 2015) della stessa ARPA sui contaminanti PM10-PM2,5 e benzo(a)pirene sviluppato nei siti sub urbani della Provincia di Brindisi, si rileva che, ad esempio, il benzo(a)pirene, che per norma (MDL) non deve superare lo 0,03 ng/mc (nano grammi), il 14 marzo a Mesagne è pari a ben 2,85 ng/mc, a S. Pietro Vernotico 1,48 ng/mc ed a Torchiarolo 3,03 ng/mc.; tali medesimi riscontri possono trarsi anche in altri giorni, così come riportato nella tabella allegata.

Ed allora è opportuno chiedersi quali siano le ragioni che inducono a persistere nel voler attribuire alla biomassa fresca combusta nei camini domestici di Torchiarolo ben il 92 % dell’inquinamento di PM10 ed IPA e non effettuare, invece, quello “approccio scientifico” al quale Lei Presidente ha fatto spesso e correttamente riferimento ed affrontare, nel rispetto della tanto auspicata e declamata “democrazia partecipata”, il problema della contaminazione di Torchiarolo individuando le reali cause.

L’appello che mi permetto di rivolgerLe, conoscendo la propensione affettiva che ha nei confronti di Brindisi e del proprio territorio, è relativo alla rinuncia alla comparsa presso il Consiglio di Stato.

Istituisca al contempo un “tavolo tecnico”, allargato a tutti i reali portatori d’interesse, capace di approfondire le tematiche connesse all’origine della contaminazione e restituire alla piccola comunità di Torchiarolo quelle certezze scientifiche di cui hanno assoluto bisogno e che vanno oltre la “vittoria” o la “sconfitta” di un contendere amministrativo.

Con la stima di sempre, mi permetta di salutarla cordialmente.

prof. francesco magno

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