Di Angela Centrone:
Oggi, alla vigilia della Brexit (il referendum che interrogherà i cittadini del Regno Unito sulla volontà di restare o meno in Europa) la nazionale italiana disputerà l’ultima gara di qualificazione per gli ottavi di finale a Lille, contro l’Irlanda. Proprio a Lille, dallo scorso novembre, vive Marianna Pastore, pugliese di Martina Franca, che nella città francese svolge il Servizio civile nazionale presso un patronato che si occupa di fornire assistenza ai pensionati italiani che hanno lavorato all’estero.
Marianna oggi vedrà la partita, però, in Puglia, a casa con i genitori. Rimasta fino a ieri a Lille, oggi il rientro. Ci ha raccontato che inizialmente aveva programmato con euforia di assistere alla gara, poi pian piano, gli attentati di Parigi, le minacce dell’Isis, gli scontri fra tifosi, hanno scemato il suo entusiasmo:
“Nel mezzo, ci sono stati mesi poco felici. Mi vien difficile ammetterlo ma sono tra quelli che stanno ancora evitando grandi eventi, stadi, stazioni affollate, e che quando si trovano in posti troppo affollati vorrebbero moltiplicare gli occhi e le gambe, col timore che possa succedere qualcosa. Non è per tutti così, ovviamente. Gli eventi ci sono, gli stadi e le piazze son gremiti (non solo per il calcio, per fortuna).” Infatti, i tifosi ci sono e, come prosegue a dirci, hanno preso letteralmente d’assalto il centro di Lille, che per alcune persone è diventato letteralmente off limit, addirittura, come è stato riportato in un giornale locale, un pub è riuscito a vendere in una sola mattinata 2000 litri di birra “e si sa, l’alcool rende violenti, a volte il tifo rende stupidi… e il risultato è quello che ha fatto il giro dei telegiornali anche all’estero” e aggiunge “tutti i supermercati del centro, in seguito ad ordinanza comunale, hanno dovuto sospendere la vendita di alcool per tre giorni. L’esito? Dal nostro ufficio, un po’ fuori mano, abbiamo ammirato per tre giorni passerelle di vichinghi arrabbiati, con le buste zeppe di birra, e una già aperta tra le mani”. Insomma, fin qui, sembrerebbe un clima da guerriglia urbana ma, poi, ci spiega come sia accaduto qualcosa, domenica scorsa, prima della partita Francia – Svizzera: “la mia metà oltralpina ha bussato, sussurrando – Dai, saranno anche tifosi, ma rimangono svizzeri. Che diavolo potrà succedere? – e così sono andata in piazza”. Sì, perché Marianna ha la mamma francese e quindi ha il cuore diviso dalle Alpi: “La battaglia non era a colpi di bottiglie, ma di inni nazionali e canzoncine stupide sui calciatori. I tifosi non insultavano i rom ma offrivano loro da mangiare, colorando le guance dei bimbi con i colori della bandiera. Una bella festa. Così come dovrebbe essere.”
Marianna è una giovane donna europea, che convive fra due culture e riesce ad assorbirne altre con serenità, come è palese dalle sue parole, rappresenta il modello di integrazione e l’approccio che la politica europea dovrebbe avere, ma, nel momento storico attuale, sembra che le Istituzioni non s’ispirino ai cittadini, per lo meno non a quelli virtuosi, e facciano riferimento solo ai mercati. Nel frattempo, contro ogni pronostico, gli Azzurri hanno già vinto le prime due partite di qualificazione, aggiudicandosi di fatto il passaggio alla prossima fase, nonostante questo fanno sapere, da Lille, che c’è voglia di vincere ancora e sarà anche campanilismo, ma sembra davvero che quando tutto intorno a noi è caos riusciamo a tirare fuori il meglio.