Di seguito un comunicato diffuso da Marco Lacarra, consigliere regionale della Puglia:
“I lavoratori della Metro si accingono a sostenere un nuovo sacrificio, con 21 persone che si sono rese disponibili all’esodo incentivato. Ma poiché non si tratta appunto del primo taglio imposto ai dipendeti, chiediamo alla società di fornire garanzie per quanti rimarranno in servizio”. La richiesta arriva dal consigliere regionale del Pd, Marco Lacarra, che ha preso a cuore la situazione dei lavoratori Metro di Bari. Già a fine 2014 nella struttura di vendita barese è stata operata un riduzione da 126 a 108 dipendenti, in funzione di un progetto di rilancio, dopo che erano stati proclamati 56 esuberi. Ora l’azienda ha chiesto una ulteriore riduzione di 35 dipendenti, sempre con esodo incentivato e con la prospettiva di un altro rilancio. Hanno aderito in 21 (15 full time equivalenti) alla proposta e martedì 12 luglio l’accordo sarà sottoscritto a Roma. La vicenda però conserva aspetti preoccupanti. “Da quanto già anticipato ai lavoratori che rimarranno in servizio per loro sarà necessario incrementare le ore, per venire incontro alle esigenze aziendali”, dice Lacarra. “La questione appare bizzarra dal momento che l’azienda ha proclamato gli esuberi in ragione del ridotto numero di affari. Inoltre ai part time – prosegue – è stata richiesta flessibilità nell’orario e disponibilità a coprire anche il turno serale fino alle 24. A Bari, nonostante le uscite di 15 full time equivalenti, ne rimangono altri 11 esubero, i quali se non dovessero essere annullati dal futuro investimento sul mercato cittadino, rischierebbero di essere messi in mobilità forzata entro il 30 settembre 2017″. Da qui l’invito di Lacarra ai sindacati affinché, prima di chiudere l’accordo di martedì, pretendano garanzie per il futuro dei lavoratori che rimarranno in servizio e sono lontani dall’aver maturato i requisiti per la pensione, “perché Bari e la Puglia – conclude l’esponente del Pd – hanno dato tanto alla Metro”.