Un cittadino ha fatto causa al Comune di Martina Franca per un motivo. Ma chissà che il Comune non si sia “guadagnato” la seconda citazione per quel che ha fatto con l’albo pretorio online. Non citiamo l’identità della persona perché non è da qui che si vuol ironizzare sulla questione, ma stavolta a palazzo ducale forse l’hanno fatta davvero grossa. La solidarietà a quel cittadino, per il grottesco episodio che, lui assolutamente incolpevole, lo riguarda.
Dunque, il cittadino ha fatto causa al Comune e così il Comune ha deciso che va fatta resistenza in giudizio. Fatta la delibera, è arrivata anche la pubblicazione nell’albo pretorio online: titolo, cognome e nome del cittadino, citazione in giudizio eccetera. Si apre il documento corrispondente a quel titolo e spunta fuori “Adeguamento dello scarico e riuso ai fini irrigui delle acque depurate provenienti dal depuratore comunale di Martina Franca-studio di fattibilità”.
Insomma, l’acqua della fognatura, ma di tutta la fognatura perché è l’acqua che finisce nel depuratore, è la stessa cosa di quel cittadino che ha fatto causa al Comune. Il bello è che di quel cittadino è stato scritto il nome e il cognome, per esteso, alla faccia della tutela della riservatezza, che è stata massacrata con questo provvedimento comunale. E il bello ancora è che alla fine di ogni delibera è scritto “VERIFICA AI SENSI DEL D.Lgs. 196/03 Garanzie alla riservatezza La pubblicazione dell’atto all’Albo on line del Comune, salve le garanzie previste dalla legge 241/90 in tema di accesso ai documenti amministrativi, avviene nel rispetto della tutela alla riservatezza dei cittadini, secondo quanto disposto dal Digs 196/03 in materia di protezione dei dati personali. Ai fini della pubblicità legale, l’atto destinato alla pubblicazione è redatto in modo da evitare la diffusione di dati personali identificativi non necessari ovvero il riferimento a dati sensibili, qualora tali dati fossero indispensabili per l’adozione dell’atto, sarà contenuto in documenti separati, esplicitamente richiamati”. A parole, riservatezza. Nei fatti, l’identità di un cittadino finita per errore nella delibera riguardante l’acqua della fognatura.