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Vaccino, un ragazzo di Brindisi reso invalido al cento per cento: condannato il ministero della Salute Il dicastero dovrà pagare 1,3 milioni di euro. La commissione medica di Taranto per prima stabilì il nesso fra l'antipolio e i danni subiti dal ragazzo, all'epoca minorenne. L'avvocato: chiara l'importanza dei vaccini ma si valuti caso per caso

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Il ministero della Salute è stato condannato dal tribunale di Lecce. Sentenza passata in giudicato, nel febbraio 2016 e resa nota negli ultimi giorni. Il ministero deve risarcire i genitori di un ragazzo di Brindisi e deve pagare un milione centomila euro a titolo di danno biologico per quanto subìto dal ragazzo, all’epoca dei fatti minorenne, affetto da “encefalopatia epilettica post vaccinica, ritardo psico-motorio con sindrome autistica”. I danni, stando al responso giudiziario, vennero causati dalla vaccinazione antipolio sabin eseguita nel 1997. Il ministero della Salute, inoltre, deve pagare duecentomila euro in favore dei genitori a titolo di risarcimento danni morali. Complessivamente il ministero deve pagare, dunque, un milione trecentomila euro.

francesco terruliI genitori del ragazzo, nel 2009, dopo aver ottenuto dalla commissione medica ospedaliera di Taranto, il riconoscimento del nesso causale tra la vaccinazione antipolio e le patologie accertate sul minore, “adirono” racconta il legale Francesco Terruli (foto a sinistra) di Martina Franca, una pluriennale esperienza in materia, “dinanzi al tribunale di Lecce il ministero della Salute per sentirlo condannare al risarcimento di tutti i danni subiti, in proprio e, nella loro qualità di genitori esercenti la responsabilità genitoriale sul minore dichiarato invalido al 100 per cento in quanto non in grado di svolgere autonomamente gli atti quotidiani di vita, come riconosciuto dalla stessa commissione medica ospedaliera. Oggi il minore, divenuto medio tempore, maggiorenne, vive in uno stato vegetativo”.

Continua Terruli: “il consulente medico legale nominato dal tribunale, ha escluso qualsiasi altra causa in grado di giustificare le patologie riscontrate sul minore ed ha accertato che le somministrazioni vaccinali hanno agito quale causa o comunque concausa efficiente delle patologie diagnosticate, determinando quindi un danno biologico sul minore nella misura del 100 per cento. Il consulente tecnico d’ufficio in definitiva addebita gran parte della etiologia vaccinale al deficit immunologico di cui era portatore il minore, che avrebbe scatenato un ruolo determinante nella comparsa di reazione allergica così grave ed importante, deficit immunologico confermato dai vari esami eseguiti durante i molteplici ricoveri del minore presso i vari istituti ospedalieri, dal policlinico di Bari, all’istituto Besta di Milano”.

Il tema dei danni da vaccino è sempre di viva attualità. L’Ordine nazionale dei medici minaccia radazioni per chi si oppone, però i tribunali condannano anche, per danni da vaccini.

“L’insistenza sugli indiscutibili vantaggi tratti dalla collettività dal ricorso alla profilassi vaccinale, come evidenziato nel recente documento a favore dei vaccini stessi, approvato l’8 luglio dalla federazione nazionale degli Ordini dei medici, appare in qualche modo elusivo rispetto ai casi specifici che di volta in volta vengono sottoposti all’attenzione dei tribunali. Oggi, in maniera sorprendente e, comunque, giustificata dalla politica sanitaria, sia il ministero della Salute che l’Ordine nazionale dei medici, negano qualsiasi danno da vaccini, vanificando la stessa legge 210/92, che era stata allo scopo emanata. Alcune prese di posizione in favore dei vaccini risentono della totale mancanza della ricerca anche solo di un dubbio e sono inficiate dalla cultura vaccinale di cui i medici nella prevenzione sono tutti pervasi. D’altra parte nello stesso recente documento sui vaccini non si esclude che Solo in casi specifici quali ad esempio alcuni stati di deficit immunitario, il medico può sconsigliare un intervento vaccinale. Ed allora, il giudizio che si richiede nella valutazione di simili fattispecie, deve esulare dalle ragioni di politica sanitaria, ma deve basarsi esclusivamente sui dati che emergono dall’esame del singolo caso”.

Infine, rammenta Terruli, “sotto altro profilo non deve dimenticarsi che nessuna somma di denaro può lenire la sofferenza dei genitori di un bambino danneggiato da una vaccinazione, nel vedere la vita del proprio figlio distrutta dalle conseguenze di un trattamento sanitario imposto per legge”.

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