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Taranto, Ilva: “Confindustria sbaglia, l’azienda danneggia l’economia”. “Dire che deve chiudere è troppo semplice” Deputata critica nei confronti dell'associazione industriali. Sindacalisti Filcams-Cgil critici nei confronti del governatore

ilva incidente mortale 1

Di seguito un comunicato diffuso dalla parlamentare Vincenza Labriola e, a seguire, un comunicato dalla rappresentanza sindacale unitaria Filcams-Cgil dell’Ilva, siderurgico di Taranto:

“Un’azienda gravemente malata come Ilva non può essere assolutamente considerata una risorsa per il Paese. Il numero uno di Confindustria Boccia, nell’incontro pubblico sul metallurgico, al quale ha preso parte anche il governatore Emiliano, ha difeso l’indifendibile. Un anno fa fu proprio il suo giornale, Il Sole 24 Ore, ad evidenziare l’entità del danno procurato dall’impatto della vicenda Ilva sul sistema industriale del Paese, con un dato eclatante: ‘L’Ilva ha avuto conseguenze anche sulla società italiana…in tre anni sono andati in fumo 10 miliardi di euro di Pil’, recitava Il Sole il 26 luglio del 2015. Da allora ad oggi la situazione è solamente peggiorata, e con il decimo decreto altri soldi degli italiani andranno sprecati. Ilva è agonizzante, commissariata e parzialmente sotto sequestro. Ci troviamo di fronte ad un’azienda vecchia, ad una struttura pericolosa che non tornerà mai più ad essere produttiva e che continuerà a mettere a repentaglio la vita dei propri lavoratori. La filiera dell’acciaio deve sapere fare a meno di un tassello che produce solo guai, e che è a tutti gli effetti antieconomico”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola, capogruppo per il Gruppo Misto in commissione Lavoro della Camera dei Deputati.


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“Non fa bene a nessuno la situazione che si sta creando, perché dopo l’incidente è facile dire che l’Ilva deve chiudere” dichiarano Gregorio Gennarini e Franco Granieri, RSU della Filcams Cgil della Steelservice, l’azienda in cui lavorava Giacomo Campo. I lavoratori hanno deciso di dire la loro in merito al dibattito sul futuro dell’acciaieria: “E’ troppo semplice per il presidente della Regione sostenere che l’Ilva deve chiudere, perché a nessuno fa piacere lavorarci, eppure ci sono migliaia di famiglie che dipendono dall’acciaieria. Che fine faranno? Quali sono i progetti della politica in proposito? Non si parla di questo, eppure questo per noi è fondamentale. E poi non basta chiudere, perché servirà risanare, bonificare. In Europa si è riusciti a coniugare ambiente salute e lavoro, solo qui al Sud, in Italia, no. Perché? Ce lo chiediamo in continuazione noi che in Ilva ci veniamo a lavorare. Vorremmo conoscere qual è il piano per il futuro e vorremmo conoscerlo il più presto possibile”.
La morte del giovane operaio sollecita anche altri quesiti. Continuano Gennarini e Granieri: “Dopo quanto accaduto al nostro collega Giacomo Campo entriamo in stabilimento con più dubbi, perché quello che ieri davamo per scontato, in termini di sicurezza, ora non lo è più”.
Infine, i due lavoratori della Steelservice fanno appello all’unità: “Da questa situazione si può venir fuori solo se si tutti uniti”.

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