Di seguito un comunicato diffuso dal senatore Dario Stefàno:
“Il territorio barese è sempre più al centro di una recrudescenza dell’attività dei clan mafiosi ed è impensabile sopperire alla carenza del personale amministrativo del Tribunale con l’impiego di operatori, barellieri e medici della Croce Rossa. Chiedo al Ministro Orlando di esprimersi immediatamente sulla vicenda”. Interviene così, al termine dei lavori d’Aula, il senatore Dario Stefàno, Presidente de La Puglia in Più. tornando a sollecitare una risposta dal Ministro della Giustizia ad una sua interrogazione urgente, presentata lo scorso maggio a seguito della lettera aperta del Procuratore Giuseppe Volpe che denunciava la preoccupante situazione del Tribunale di Bari.
“Dopo le preoccupazioni espresse mesi fa dal Procuratore Volpe, che aveva denunciato il collasso della Procura distrettuale di Bari per carenza di personale amministrativo, ieri abbiamo scoperto dai media che 11 operatori – tra barellieri e medici – della Croce Rossa sono stati impiegati presso gli uffici giudiziari, attraverso un’intesa tra i ministeri della Giustizia e della Funzione pubblica sviluppata con l’obiettivo di dislocare il personale in esubero in alcuni enti in altri uffici pubblici con carenze di organico”.
“Questo rinforzo che mi limito a definire come “esotico” – continua Stefàno – ha ovviamente messo in agitazione gli operatori della giustizia che lamentano, da un lato, l’aver mandato allo sbaraglio personale privo esperienza nel settore e, al contempo, esprimono la loro mortificazione poiché si trovano a condividere le loro funzioni con risorse umane che non hanno svolto alcuna selezione concorsuale”.
“A chi opera nella giustizia, lo Stato deve essere in grado di garantire le condizioni migliori per svolgere le proprie attività. Non possiamo pensare di contrastare le attività criminali utilizzando personale della Croce Rossa”.
il comunicato diffuso dal senatore Stefàno denuncia una situazione davvero inquietante, che, nella realtà dei fatti, è ancora più grave di quanto prospettato. Infatti, nel comunicato viene messo ben in evidenza il danno che la Giustizia subisce da tale scellerata procedura di mobilità, ma, nel contempo, non viene rappresentato un altro incredibile danno che subisce l’intero sistema Paese. Mi riferisco al personale militare della Croce Rossa Italiana (erroneamente ritenuti “barellieri e medici” nel comunicato), composto da Ufficiali e Sottufficiali con esperienze ultradecennali nel settore delle emergenze e delle calamità, possessori di un inestimabile patrimonio di competenze maturate anche nel corso di innumerevoli missioni di soccorso sia in Italia che all’estero. Senza nulla togliere quindi alla professionalità dei barellieri, quindi, questa dissennata procedura di mobilità imposta dal cosiddetto “decreto Madia” produce due effetti devastanti: da un lato immette presso i Tribunali e le Procure personale che non ha alcuna competenza professionale nel delicato settore della Giustizia (che giustamente richiederebbe ben altre attenzioni), e contemporaneamente, dall’altro lato, distrugge ed annulla, disperdendolo e sprecandolo, il prezioso ed insostuibile contributo alla sicurezza del Paese e del cittadino dato dalla competenza professionale nella gestione dei soccorsi in caso di emergenze di vario tipo assicurato finora, da ben 150 anni, dal personale in servizio del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.