Il rischio è quello della propagazione dell’effetto. Non solo alla Puglia ma anche ad altre zone d’Italia. I modelli Minuetto e Vivalto danno questi problemi e, secondo gli inquirenti pugliesi, devono occuparsene anche i colleghi del resto del Paese.
Gli otto treni (trenta convogli complessivamente) sequestrati dai carabinieri del nucleo operativo ecologico, intanto, non hanno potuto dare luogo a numerose corse, da ieri: proprio ieri, ne sono state cancellate venti e sostituite con pullman. Disagi principali sulle linee Bari-Lecce, Bari-Taranto e Taranto-Brindisi. I convogli sono stati trasferiti ai depositi di Taranto e lì dovranno rimanere per le valutazioni e perché, sequestrati senza facoltà d’uso, non devono muovere, appunto, un centimetro. Da Trenitalia, pur confidando (è subito emerso in una nota diffusa l’altro ieri) nel lavoro della magistratura, si ritiene di essere in regola tanto da avere chiesto il dissequestro dei convogli e ipotizzando di far viaggiare i convogli con i bagni chiusi, se proprio necessario. Il problema di quei treni costati quaranta milioni di euro è nello sversamento dei liquami prodotti dai passeggeri che vanno in bagno: quando il treno viaggia a più di quaranta chilometri orari, tali liquami vengono buttati sulle rotaie. Ciò è ritenuto illegale e ci sono anche due indagati, il direttore generale e un responsabile del movimento treni per la Puglia.