Il sequestro: quattro compendi aziendali, per un totale di novanta immobili, tra appartamenti per civile abitazione, esercizi commerciali e depositi, autovetture, depositi bancari e un natante da diporto. Beni per complessivi 25 milioni di euro, bloccati a Giuseppe Ruggirello, 81enne imprenditore vicino alla mafia di Cosa nostra. L’indagine della procura di Trapani è scaturita da una segnalazione della vigilanza della Banca d’Italia, riguardo a considerevoli movimenti di denaro. Nei confronti di Ruggirello si erano articolate due inchieste, sin da venticinque anni fa. La più recente, di tali indagini, riguardava gli interessi dell’imprenditore trapanese nella (e con la) banca di credito cooperativo di Alberobello e Sammichele di Bari, meno di cinque anni fa, con la complicità di un membro del consiglio di amministrazione della banca pugliese. In particolare, secondo l’indagine, gli interessi erano consistiti anche nell’acquisizione, da parte di Ruggirello, di un patrimonio immobiliare consistente. Il mafioso faceva affari con una propaggine di attività grazie alla banca pugliese. La vigilanza della Banca d’Italia portò a commissariare l’istituto della valle d’Itria, ora tornato alla gestione ordinaria, dopo essere dunque stato pesantemente in odore di mafia. Come conferma il sequestro delle scorse ore.