Il comitato spontaneo dei dipendenti in cassa integrazione di Telenorba ha inviato, come commento a un testo di questo blog risalente ad alcuni giorni fa (https://www.noinotizie.it/17-02-2014/crisi-telenorba-annuncia-74-esuberi/) una lunga e dettagliata nota rispetto alla situazione di quel gruppo. La presa di posizione non figura nella rubrica dei commenti, se ne parla in questa sede.
Il gruppo radiotv, come è noto, ha annunciato 74 esuberi e quelli del comitato spontaneo chiedono “all’azienda il rispetto dovuto”. Ritengono, i lavoratori, sia arrivato il momento “di fare luce su situazioni poco chiare” e parlano di violazioni commesse, di comportamenti arroganti, affermano che non si può giocare con la vita delle persone. “Esigiamo risposte da chi si erige pubblicamente a paladino dei diritti dei lavoratori”, da “chi continua a ricevere cospicui finanziamenti (11 milioni e 400 mila euro secondo i dati del Corecom) e registra dati Auditel in crescita. Esprimiamo anche forti perplessità rispetto alla presunta crisi del gruppo Norba: a giudicare dagli investimenti per Radionorba TV (approdo sulla piattaforma Sky in collaborazione con Tgcom24), sbandierati ad alta voce, infatti, si direbbe il contrario. A questi si aggiungono gli accordi stipulati con l’Unione sportiva Lecce per la messa in onda di trasmissioni sportive, mentre ignoriamo se l’affitto degli studi venga pagato oppure ceduto gratuitamente. E ricordiamo che, da mesi, molti lavoratori sono rimasti invece a casa, senza percepire neppure un euro”. Si parla, nella nota, anche di trattamenti economici per dipendenti ritenuti più “fortunati” che hanno retribuzioni anche di quattromila euro al mese (ma i contratti ci sono apposta, va rilevato: non sono altri lavoratori, la controparte, forse) e “molti altri, invece, se la passano decisamente peggio”. C’è poi il capitolo della cassa integrazione: criteri ritenuti “perlomeno discutibili: diciotto persone (4 giornalisti e 14 impiegati), dal luglio 2012, usufruiscono della cassa in deroga a zero ore mentre un altro gruppo di lavoratori è stato collocato secondo la modalità della rotazione”.
Capitolo mansioni soppresse: “alcune mansioni, poi, dichiarate ‘soppresse’, sono state affidate a service esterni, anche se durante il periodo di ricorso agli ammortizzatori sociali non ci si può avvalere di ditte esterne, incorrendo in modo consapevole nel rischio di pesanti sanzioni, come l’immediato reintegro del personale. Del resto, come può un’azienda in crisi acquistare servizi all’esterno?”L’elenco delle rivendicazioni è lungo, ancora: si va dai turni allo straordinario allo spostamento di personale fra i settori, al ritardo nei pagamenti (stando allo scritto, le mensilità arretrate sono dieci: non per tutti, c’è da ipotizzare) determinato “da una mancanza dell’azienda e non sono stati neppure consegnati tutti i documenti richiesti.
All’interno del gruppo Norba vi è un clima di assuefazione disarmante, determinato dall’incertezza sul
futuro cui si lega lo spettro del licenziamento alle porte per 50 dipendenti: il 30 giugno 2014 scadranno,
infatti, i due anni di cassa concessi e con il rinnovo ottenuto solo fino a marzo”.
Chiedono, quelli del comitato, che si istituisca una commissione di inchiesta e “un incontro urgente con istituzioni, politici e parlamentari pugliesi”.
Ora l’azienda ha naturalmente lo spazio a disposizione per ribattere, se vuole. Le accuse paiono molto gravi, peraltro. Un controllo, da parte di chi è preposto, è auspicabile per stabilire quale sia la reale situazione, in termini di contribuzioni, in termini di rispetto delle scadenze ecc. E anche i rappresentanti istituzionali e politici dovrebbero fare la loro parte per venire a capo di un problema enorme, che riguarda il più importante gruppo radiotelevisivo del meridione e una delle più importanti realtà italiane nel settore, insomma un patrimonio di questo territorio. Premettendo peraltro che ogni singolo lavoratore è, a sua volta, un patrimonio da tutelare.