Da Milano a Genova a Bologna a Cagliari, molte grandi città italiane non aderiscono alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Molti enti locali hanno deliberato entro il termine di ieri, anche all’ultimo momento. Molti altri, appunto, no. La cosa non riguarda solo metropoli o grandi realtà ma anche Comuni di medie e piccole dimensioni, ovunque in Italia. Compresa la Puglia, dunque. Un esempio.
Di Eleonora Boccuni:
Mimma Cervellera, ex delegata alla Cultura, pone un quesito. Lo rivolge al sindaco e alla giunta, in merito alla mancata convocazione del consiglio comunale e il mancato regolamento, in virtù del quale i cittadini avrebbero potuto pagare i tributi e le sanzioni del codice della strada, evasi dal 2000 al 2016, senza sanzioni e con un numero maggiore di rate.
La mancanza di liquidità ha determinato una maggiore evasione tributaria, causando danni di natura economica sia ai cittadini che agli enti locali, i quali non hanno ricevuto la somma spettante a fronte dei servizi erogati.
A tal proposito, molti Comuni italiani e della provincia ionica hanno deliberato in consiglio comunale un regolamento con il quale viene disciplinata la “definizione agevolata delle entrate comunali tributarie”.
Questo avrebbe permesso, ai debitori, di estinguere il debito senza corrispondere le sanzioni; dunque, agevolarli mediante delle rateizzazioni per saldare l’onere con riferimento alle sanzioni amministrative per violazione del codice della strada.
La Cervellera, in attesa di un’imminente convocazione del consiglio comunale (data la scadenza del regolamento prevista per l’1 febbraio) pone l’attenzione sulla mancanza di un assessore al bilancio e, vista la contingenza, chiede dei chiarimenti in merito a quanto riportato sopra e, infine, la quantificazione numerica delle cartelle emesse e notificate ai cittadini dal 2000 al 2016.
(foto: veduta aerea di Lizzano, fonte la rete)
